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la capanna dello zio tom
mato e racconcio così in fretta. Mentre il recavano via, egli svenne affatto. La vecchia negra, tocca di profonda pietà, prese a’ sorreggere sulle sue ginocchia la testa del ferito. Elisa, Giorgio e Gim si allogarono alla meglio dall’altra parte della carrozza, e si riposero in cammino.
— «Che pensate voi del ferito?» chiese Giorgio a Finea, che gli sedeva accanto.
— «La palla non passò oltre le carni; tuttavia penetrò molto addentro; e le contusioni e scorticature ch’egli ebbe dalla caduta lo hanno assai aggravato. Ha perduto sangue in gran copia, e con quello il coraggio; ma egli ne uscirà, e questo avvenimento gli darà una lezione ch’egli non dimenticherà di leggieri.»
— «Le vostre parole mi rassicurano — rispose Giorgio. — Mi darebbe troppo dolore l’esser cagione della sua morte, con tutto che la mia causa sia giusta.»
— «Sì — disse Finea; — uccidere un uomo, o anche una bestia, è sempre brutta cosa. Fu un tempo ch’io era assai appassionato per la caccia, e ti dirò ch’io vidi spesso i daini feriti e morenti guardarmi in guisa che mi facea veramente dolore d’averli uccisi. Quando poi si tratta d’un uomo, il caso è molto più grave; poichè, come diceva tua moglie, dopo la morte c’è il giudizio. Egli è per questo che le idee degli Amici intorno a questa materia non mi paiono soverchiamente severe: e, fatta ragione de’ costumi ch’io ebbi da prima, parmi d’essermici adattato ottimamente.»
— «Che farem noi di questo sventurato?»
— «Lo porteremo in casa di Amariah: questi ha una vecchia nonna per nome Dorcas, espertissima a curare gl’infermi. Ella ha per ciò una singolare inclinazione, e si tiene avventurata quando può assistere un malato. Sii certo che, mercè le cure di costei, il tuo ferito potrà abbandonare il letto entro una quindicina di giorni.»
A capo di un’ora i nostri viaggiatori giunsero stanchi ad una fattoria, ove fu loro apprestata un’abbondante colazione. Loker fu posto sovra un letto più pulito e più soffice assai di quello ove solea caricarsi. La ferita di lui fu curata e fasciata con estrema attenzione; ed egli giaceva, languidamente aprendo e chiudendo gli occhi, come un fanciullo stanco, e guardando le bianche cortine e le tranquille fisonomie che passavano con tacite orme in quella stanza.
Noi lo lascieremo per ora, e torneremo presso allo zio Tom.