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la capanna dello zio tom


— «A maraviglia — gridò Finea tutto lieto; - ecco Michele, Stephen e Amariah. Or siamo sicuri quanto se avessimo raggiunto il termine del nostro cammino.»

— «Quando è così — disse Elisa — soffermiamoci alquanto, e vediamo di porgere qualche soccorso a questo sventurato: ei mette grida che straziano.»

— «Non faremo che il debito del cristiano» disse Giorgio.

— «Poniamolo entro la carrozza, e conduciamolo con noi.»

— «Acciocchè sia curato da’ quaccheri!» disse Finea.

— «Sia pure; per me non resterà. Vediamo in che stato si trova.»

E Finea, che durante la sua vita di cacciatore avea acquistato alcune cognizioni di chirurgia, s’inginocchiò accanto al ferito, e prese ad esaminarlo attentamente.

— «Marks, sei tu?» disse Loker con languida voce.

— «Avresti un bel chiamarlo, amico — rispose Finea. — A Marks non preme punto di te: non gli cale che della sua pelle. È spulezzato da un pezzo.»

— «Ho capito, son morto! quella ribalda canaglia mi lascia qui come un cane! Ah! me l’avea pur detto mia madre che un dì o l’altro finirei in questa guisa!»

— «Oh! udite questa povera creatura! — disse la vecchia negra: — egli ha fatto parola di sua madre. Ei mi fa veramente pietà!»

— «Cheto, cheto! non è questo il tempo di fare il bravo e digrignare i denti, amico — disse Finea a Loker che springava calci e menava le mani. — Se non riesco a ristagnar questo sangue, tu sei spacciato.»

E Finea cominciò a fasciargli le ferite col fazzoletto e con ciò che potè avere da’ compagni.

— «M’avete precipitato giù dalla rupe!» disse Loker con debole voce.

— «Senza dubbio! s’io non ti avessi prevenuto, tu avresti costretto tutti noi a fare quel salto — disse Finea. — Or via, lasciami fare; non abbiamo con te alcun rancore. Ti trasporteremo in una casa ove ti si prodigheranno cure tali, che le più amorevoli non ti potrebbe usare tua madre.»

Loker diè in un sospiro, e chiuse gli occhi.

Negli uomini d’indole simile a costui, il coraggio e l’energia s’attengono assai al vigore del corpo, e se ne vanno col sangue.

L’abbattimento di quel colosso stringea veramente il cuore.

La seconda truppa di quaccheri s’avvicinò. Si tolsero i banchi della vettura; le pelli di bufalo furono disposte da un lato; e quattro uomini, sollevando a gran fatica il ferito, riuscirono ad adagiarlo su quel letto for-