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la capanna dello zio tom
— «Compagni — disse Marks — correte a soccorrere il povero Loker. Io intanto monto a cavallo, e vo’ a chieder rinforzo.»
E senza darsi pensiero dei motteggi e delle fischiate, salì a cavallo e disparve.
— «Che vile poltrone! — disse uno degli ausiliarii raccozzati poco innanzi nell’osteria: — ci trae egli stesso in quest’impiccio, e ci pianta!»
— «Tuttavia — disse un altro, — bisogna dar soccorso al caduto; ma il fistolo mi colga, se m’importa ch'egli sia morto o vivo.»
Volgendosi là onde venivano i lamenti di Loker, si aprirono una via tra gli sterpi e gli alberi abbattuti fino al luogo, ove l’eroe si giaceva assai malconcio, alternando con uguale veemenza lamenti e bestemmie.
— «Fate un fracasso, ch’io ne disgrado il diavolo — disse un di loro — La vostra ferita è forse grave?»
— «Che ne so io? Sorreggetemi: vediamo se posso levarmi da terra. Che Dio mandi il malanno a quel quacchero infernale. Se non era per lui, n’avrei fatto sdrucciolare più d’uno a misurarmi la profondità di questo burrone.»
Finalmente, dopo molto adoperarvisi, dopo molti lamenti, si riuscì a sollevare il caduto, e recarlo a braccia là ov’erano i cavalli.
— «Fate di trasportarmi almeno fino all’osteria. Datemi un fazzoletto, un pannolino qualunque per arrestare il sangue.»
Giorgio in questo frattempo stava spiando dalla cima della rupe. Vide che coloro che stavano intorno al ferito s’adoperavano a porlo in sella. Ma dopo alcuni istanti, tornando in vano ogni tentativo, ei vacillò e percosse duramente a terra.
— «Voglio sperare ch’ei non sia morto!» disse Elisa.
— «Che? ben non gli starebbe?» chiese Finea.
— «Ma dopo la morte viene il giudizio» soggiunse Elisa.
— «Sì — disse la vecchia madre di Gim, che non avea cessato fino a quel momento di pregare secondo il costume dei metodisti; — è un istante tremendo per un’anima immortale.»
— «Oh! stiamo a vedere che l’abbandonano.»
Ei dicea vero. Dopo alcuni istanti d’incertezza e di sommesse parole, tutti balzarono in sella e se ne partirono più che di galoppo.
Tosto che furono tant’oltre che non si potevano più discernere, Finea consigliò che si scendesse.
— «Ci sarà forza — disse — di fare un tratto di cammino a piedi per trovar Michele, che sta attendendoci colla vettura. Non avremo a far molti passi; nè siamo discosti della meta del viaggio più che due miglia; e già l’avremmo raggiunta se la strada fosse migliore.»
Poichè ebbero varcata nuovamente la siepe, i fuggitivi videro da lungi la loro carrozza che ritornava sotto la scorta d’alcuni cavalieri.