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la capanna dello zio tom
— «Finea è un uomo accorto e prudente — disse Simeone. — Faresti ottima cosa. Giorgio, ad attenerti a’ consigli di lui. Anzi tutto bisogna non essere troppo avventati — soggiunse, posandogli amichevolmente la mano sovra una spalla ed accennando le pistole. — I giovani hanno il sangue bollente.»
— «Io non sarò il primo ad assalire alcuno — rispose Giorgio. — Non chieggo da questo paese, che di lasciarmi partire liberamente. Io me ne andrò tranquillamente. Ma...»
Qui tacque un istante; la sua fronte si corrugò; il viso si sparse d’una subita fiamma.
— «Mia sorella fu venduta sul mercato della Nuova-Orleans: e so bene a che le donne vi sono vendute. Ed io starò indolentemente a vedermi rapire la moglie e disonorarla, mentre Iddio mi ha dato un paio di braccia vigorose per difenderla? No: Iddio m’aiuta. Io combatterò sino all’ultimo sospiro, innanzi che mi tolgano la moglie ed il figlio. Potete forse biasimarmi?»
— «Alcun mortale non potrebbe biasimarti, Giorgio. La carne e il sangue non possono operare altrimenti — disse Simeone. Guai al mondo a cagione degli scandali: ma guai a colui per cui viene lo scandalo!»
— «Non fareste voi lo stesso, signore, se vi trovaste in mio luogo?»
— «Io prego Iddio mi preservi dall’esser tentato. La carne è inferma.»
— «Io penso che in simile circostanza la mia carne avrebbe una forza bastante — disse Finea, stendendo un paio di braccia simili alle ali di un molino a vento. — Parmi, amico Giorgio, che ove tu abbia a saldare qualche conto con alcuno di quei furfanti, io ti aiuterò molto volentieri.»
— «Se l’uomo dovesse mai resistere al malvagio — disse Simeone — questo certamente per Giorgio sarebbe il caso. Ma coloro che guidano il nostro popolo ci insegnano una via molto migliore; perocchè la collera dell’uomo non opera già la giustizia di Dio; ma ciò incresce alla volontà corrotta dell’uomo; e niuno sa soggettarvisi, salvo coloro a cui è dato. Epperò noi preghiamo a Dio, che non ci lasci tentare.»
— «Fo lo stesso anch’io — disse Finea. — Ma se fossimo tentati oltre le nostre forze.... Abbiamo dunque giudizio: questo a quel che importa.»
— «Ben si vede che tu non nascesti tra’ quaccheri — disse Simeone sorridendo; — di tratto in tratto lasci trapelar qualche cosa della tua indole prima.»
Ei dicea vero. Finea era lungamente vissuto tra i boschi, terribile alle fiere; ma avendo posto amore ad una leggiadra quacchera, era stato mosso dal potere delle attrattive di lei, ad entrare nella società degli