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la capanna dello zio tom


— «Religione! — sclamò Saint-Clare con un accento che fece spalancar gli occhi alle due signore. — È religione ciò di che vi parlano in chiesa? È religione questa che sale e scende, che si piega or da questa parte, or da quella, che si muta secondo le fasi dell’egoismo d’una società affatto mondana? È una vera religione quella che è meno scrupolosa, meno generosa, meno giusta e amorevole verso l’uomo, che non io, tuttochè irreligioso, mondano, acciecato? No! Quando io cerco la religione, io guardo a qualche cosa che sia sopra di me, non già a ciò che sia al di sotto.»

— «Non credete dunque, che la Bibbia giustifichi la schiavitù?» domandò miss Ofelia.

— «La Bibbia era il libro di mia madre. Ella ne seguì i precetti durante la vita e all’ora della morte; e mi dorrebbe estremamente il sentire che quel libro giustificasse la schiavitù: mi tornerebbe men grave che mi dicessero che mia madre bevea acquavite, masticava tabacco, e giurava per convincermi che io posso fare altrettanto. La mia opinione intorno a questi difetti non si muterehbe per ciò; ma mi verrebbe tolto quel conforto ch’io provo nel rispettare la memoria di lei; ed è veramente cosa dolce l’avere in questo mondo qualche cosa cui rispettare. In somma — aggiunse egli, ripigliando il suo accento gaio — io chieggo che ciascuno tenga lealmente quel linguaggio che dovrebbe tenere. L’intero edifizio della società, sì in Europa che in America, si compone di parti che non reggono all’esame d’una severa morale. Tutti s’accordano a dire, che gli uomini non aspirano ad una giustizia assoluta, ma si stanno contenti ad operare come fanno i più. Sicchè, se alcuno mi dirà: — la schiavitù è necessaria; non possiamo abolirla; poichè, tolta che fosse, saremmo ridotti alla mendicità — io risponderò: Sia lode al cielo! che questo linguaggio è almeno chiaro e leale, e merita che si pregi perchè sincero; e, a giudicarne dalla esperienza, tutti vi si acconcieranno di leggieri. Ma ove io mi vegga innanzi un muso da ipocrita, che con voce nasale venga ad allegarmi la Bibbia, non ne sarò certo molto edificato.»

— «Non siete troppo caritatevole» soggiunse Maria.

— «Supponiamo — ripigliò Saint-Clare — che una qualunque cagione facesse invilire per sempre il prezzo del cotone, non credete voi che la Bibbia ci sarebbe tosto interpretata assai diversamente? Quali fiumi di luce inonderebbero allora la Chiesa! Come si scoprirebbe tosto che la Bibbia e la ragione stanno per l’opposta sentenza!»

— «Comunque ciò sia, io mi stimo felice — disse Maria, stendendosi, sovra un seggiolone — di esser nata in un paese ove esiste la schiavitù; io la credo legittima, sento che deve esser così, e non potrei farne senza.»

— «Che ne pensi tu, cara mia?» chiese Saint-Clare ad Evangelina, mentr’egli rientrava tenendo un fiore in mano.