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la capanna dello zio tom


come se fosse risoluta di esaminar bene la propria posizione prima di avventurarsi ad esporre un parere.

— «Mammy ha parecchie buone qualità — ripigliò Maria: — essa è dolce, rispettosa; ma in fondo al cuore essa ha una gran dose d’egoismo. Lo credereste? ella non è ancor giunta a sopportare in pace la sua lontananza dal marito. Allorchè mi recai a vivere qui, dopo il mio matrimonio, io dovea necessariamente condurla meco, nè il marito di lei, fabbro assai esperto, poteva allontanarsi da mio padre, a cui era assolutamente necessario. Consigliai allora a Mammy di separarsi affatto e per sempre dal marito, perchè non è probabile che possano mai più riunirsi e vivere insieme. Mi duole ora di non aver usato maggiore insistenza, e non avere maritato Mammy ad un altro. Io fui poco assennata e troppo indulgente. Le dissi ch’essa non doveva sperare di rivederlo più che una o due volte in sua vita, poichè l’aria del soggiorno di mio padre mi sarebbe ora estremamente perniciosa, nè vi tornerò più. La consigliai di tôrre un altro a marito: ma ella stette salda sul niego. Mammy ha in certe cose una ostinazione, che nessuno può conoscere quanto io.»

— «Ha essa figliuoli?» chiese miss Ofelia.

— «Sì, ne ha due.»

— «Credo ch’essa avrà provato gran dolore a partirsene.»

— «Io certo non poteva prenderli con me. Erano due piccole creature sudicie. Non avrei potuto vedermeli intorno: oltrecchè le avrebbero tolto troppo gran parte del suo tempo: ma credo che Mammy me ne serbi un secreto rancore. Non vuole maritarsi ad alcuna altro: e bench’ella conosca quanto ho bisogno di lei e quanto è debole il mio capo, credo che ritornerebbe presso a suo marito domani, tanto solo ch’ella il potesse. Sì, ne sono persuasissima: a tal segno sono egoisti anche i migliori tra loro.»

— «Il solo pensarne fa fremere» disse seccamente Saint-Clare.

Miss Ofelia gli piantò subito gli occhi in volto, e s’avvide della vampa di rossore che gli saliva alla fronte, e del compresso dispetto, e del sorriso sardonico che gli contraeva le labbra.

— «Ben è vero — proseguì Maria — ch’io l’ho guasta dimostrandomele troppo amorevole. Vorrei che alcuno de’ vostri domestici del Nord potesse dar uno sguardo alla guardaroba di Mammy. Vi vedrebbe vesti di seta, di mussolina, e persino un fazzoletto di batista. Io lavorai talvolta lunghe ore per guarnirle una cuffia, acciocchè potesse recarsi a una festa. Maltrattata non fu mai. Non venne sferzata che una o due volte. Essa ha il suo caffè e il suo thè come il nostro, e zucchero finissimo. È un grand’abuso, senza dubbio; ma Saint-Clare vuole che gli schiavi la facciano da signori, e ognuno di loro vive come gli aggrada. Se sono egoisti,