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la capanna dello zio tom



— «Oh! senza dubbio, ella s’avvedrà di ciò, e scoprirà non meno altre verità di non lieve importanza» rispose Saint-Clare.

— «Si parla de’ nostri schiavi come se noi li ritenessimo per qualche nostro vantaggio. Se consultassimo il nostro interesse, noi dovremmo concedere a tutti la libertà.»

Evangelina fissò i grandi occhi in volto alla madre, e con atto pieno d’ardore e di perplessità ad un tempo, disse ingenuamente: «Perchè dunque li teniam noi?»

— «Io nol saprei, salvo se non sia per mio tormento. Io credo che la più parte delle mie infermità mi sieno cagionate da loro. I nostri servi sono i peggiori che abbiano mai tormentato persona viva.»

— «Oggi vi siete desta d’umore assai nero — soggiunse Saint-Clare. — Dovete esser convinta voi stessa, ch’essi non meritano questi rimproveri. Non è forse Mammy, a cagion d’esempio, la miglior creatura del mondo, e tale che voi non potreste passarvene?»

— «Mammy è la migliore ch’io mi conosca; ma essa ha un egoismo, un egoismo tremendo. È il difetto comune a tutta quella razza.»

— «L’egoismo è un vizio orribile» soggiunse gravemente Saint-Clare.

— «Or bene, Mammy n’è guasta fino alle midolle. Non è forse egoismo quel suo dormire così profondo la notte? Ella sa bene ch’io ho bisogno di mille attenzioni minute quasi ad ogni ora. Eppure quanta fatica bisogna durare a riscuoterla? S’io quest’oggi sono più ammalata del solito, egli è a cagione degli sforzi che dovetti fare la scorsa notte per destarla.»

— «Non vegliò ella ultimamente più notti presso di voi, mamma?» disse Evangelina.

— «Come lo sai? — riprese Maria assai aspramente. — Se ne è lagnata, non è vero?»

— «No, essa non se ne è lagnata; mi disse soltanto che avete passato assai male varie notti consecutive.»

— «Non potreste concedere che Giovanna o Rosa facessero per una o due notti le veci di Mammy, e questa prendesse un po’ di riposo?»

— «E potete voi farmi questa proposta? — rispose Maria — Ah! voi parlate assai inconsiderato. Io sono così nervosa, che il più lieve soffio m’irrita: la presenza d’una persona ch’io non fossi usa a vedermi vicina mi renderebbe affatto furiosa.»

— «Se Mammy avesse per me tutto l’affetto che dovrebbe, ella si desterebbe più facilmente. Ho udito raccontare d’alcuni che hanno servi oltremodo affettuosi e devoti. A me non toccò mai questa fortuna.» E qui Maria sospirò.

Miss Ofelia stava ascoltando questa conversazione, mostrando una certa gravità scrutatrice e penosa. Finora ella teneva le labbra strette e compresse,