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la capanna dello zio tom


il padre di Eva. Avea la stessa nobiltà nel carattere grazioso della testa, lo stesso grande occhio azzurro, la stessa capigliatura bruno-dorata; eppure l’espressione del volto era diversa affatto. Quel grande occhio azzurro, luminoso, sebbene per forma e colore somigliasse perfettamente a quello di Eva, non ne avea l’espressione profonda, misteriosa; era bello, altero, splendido, ma di una luce terrena affatto: la sua bocca, ben conformata, avea un sorriso disdegnoso, talvolta sardonico, mentre un’apparenza di superiorità naturale, non priva di grazia, si palesava nel leggiadro e dignitoso suo portamento. Con aria di non curanza, con un umore tra il comico e il disdegnoso, stava ascoltando Haley, che gli andava sciorinando, con una volubilità di parole, i pregi dell’articolo che volea vendergli.

— «Tutte le virtù morali e cristiane stan dunque raccolte in quel portafoglio di marocchino nero! — diss’egli ad Haley, quando il mercante ebbe finito di parlare. — Or bene, ditemi alle corte quanto volete della vostra merce, e siate discreto.»

— «Davvero — disse Haley — se io domandassi mille trecento dollari per quello schiavo, non farei che indennizzarmi delle spese — Non intendo di guadagnarvi.»

— «Povero diavolaccio! — disse il giovin signore gettandogli una occhiata di burlevole compassione; — ma io suppongo che me lo lasciate a sì vil prezzo per un riguardo speciale verso di me.»

— «Sicuramente, pare che quella damigella ne sia invaghita ed è ben naturale.»

— «Oh certamente; imploro la vostra benevolenza, amico mio. Ora, a nome della carità cristiana, che ribasso fareste alla vostra dimanda, per obbligare quella damigella che ne è invaghita?»

— «Esaminatelo attentamente — disse il mercante; — osservate quei fianchi, quel petto largo, que’ muscoli da cavallo. Guardate che testa! Quella fronte alta, spaziosa, lo dice un negro intelligente, acconcio a tutto: Io vi posi ben mente. Ora un negro così ben fabbricato, sia pure uno sciocco, ha un valore considerevole, ove altro non fosse, per la sua mole; ma, tenuto conto delle sue facoltà, e posso dimostrarvi che non sono comuni, acquista un pregio ben più alto. Uno schiavo come questo, sa governare a meraviglia qualunque fattoria del padrone; ha un ingegno speciale per il maneggio degli affari.»

— «Male, male, malissimo; sa troppe cose! — disse il giovin signore, sempre collo stesso beffardo sorriso sul labbro, — Non farà mai nulla di bene a questo mondo. I negri di cotal latta scappan sempre, ci rubano i cavalli e mettono a scompiglio ogni cosa. Credo che, per le sue doti intellettuali, vi contenterete di duecento ducati.»