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la capanna dello zio tom


a bisbigliargli con calore, con atti espressivi, accennando col piccol dito la camera. La mirava col suo bimbo tra le braccia, siedersi presso il vaso del thè; quindi li vedea tutti a tavola, ed il piccolo Arrigo su di una alta scranna, sotto l’ombra della grande ala di Rachele; udìa il sommesso favellare dei commensali, il suono argentino delle tazze, delle sottocoppe, il gradito tintinnìo dei cucchiarini, confuso il tutto in un sogno delizioso di riposo. Elisa si addormentò come non avea più mai dormito: dopo quella terribile ora di mezzanotte, quando toltosi in braccio il fanciullo, fuggì all’aperto al freddo lume delle stelle.

Ella sognava una contrada beata, una terra di riposo, rive verdeggianti, isole pittoresche, acque scintillanti; e là in una casa che voci soavi le dicean sua, vedea il suo figliuoletto trastullarsi libero e felice; udìa il romore dei passi di suo marito: lo sentìa avvicinarsi, le braccia di lui la stringevano, le sue lacrime cadean sul volto di lei, e si svegliò! Non era un sogno. Il giorno era scomparso già da molto; il suo figliuoletto le dormiva tranquillamente assieme, e alla fiocca luce d’un candeliere riconobbe suo marito che singhiozzava presso il guanciale.

Il domani fu giorno d’allegrezza nella casa dei Quaccheri. La madre si levò per tempo, e fu ben presto attorniata da svelti giovanetti e giovanette, che non abbiamo ancora il destro di presentare al nostro lettore, e che tutti si affacendavano ubbidienti ai cenni amorevoli di Rachele. — «Non dovreste far così» o più ancora dolcemente: «Non sarebbe meglio far così?» nell’allestire la colazione.

Nelle lussureggianti vallate di Indiana, allestire la colazione è cosa complicata, moltiforme, che richiede il concorso di molte mani, come l’opera di sceglier fiori nel paradiso terrestre; poichè Eva sola non bastava. Mentre John, per esempio, corre ad attingere acqua fresca, e Simeone il giovane sta vagliando la farina per focaccie, e Maria è occupata a macinare caffè, Rachele va su e giù dolcemente, fa i biscotti, trincia il pollo, diffonde una specie di armonia, di luce, che mette tra i giovani collaboratori, troppo solleciti, ordine, unità, e impedisce di eccedere per zelo soverchio. I poeti cantarono il cinto di Venere, che fece girare il cervello degli uomini in tutte le successive generazioni; noi canteremo piuttosto il cinto di Rachele Halliday, che preservava le teste dalla vertigine, e fece procedere con accordo ogni cosa. Lo crediamo assai più adatto ai nostri tempi.

Mentre si proseguivano li altri apparecchi, Simeone il vecchio, in maniche di camicia, stava dinanzi ad uno specchio sospeso a un angolo della camera, assorto nell’antipatriarcale operazione di radersi la barba. Nella gran cucina tutto procede fratellevolmente, quietamente, concordemente — ciascuno trova sì dolce il far ciò che deve; — vi è tale, direi quasi, una atmosfera di mutua confidenza, di buon volere, che perfino i coltelli,