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la capanna dello zio tom
— «Potete chiederne a chiunque sappia leggere. Di grazia — soggiunse egli, accennando ad un uomo che passava vicino — volete legger qui? Questa giovane non mi vuol credere quando le dico la verità.»
— «È un contratto di vendita firmato John Fosdick — disse l’uomo — che cede la giovane Lucia e il figliuolo di lei. L’atto è in tutta formalità, mi pare.»
Le dolorose esclamazioni della donna le trassero intorno la folla dei passeggieri, e il mercante spiegò loro brevemente il motivo di quella agitazione.
— «Mi diede ad intendere che andava a Louisville, per servire come cuciniera nella osteria stessa dove mio marito lavora. Me lo disse egli stesso, il padrone; e non posso credere che abbia mentito» disse la donna.
— «Eppure non vi è dubbio che vi ha venduta, mia buona giovane — disse uno dei passeggieri dalla fisonomia benevola, dopo aver esaminate le carte; — non vi è luogo ad equivoco.»
— «È inutile dunque il parlarne» disse la donna acquietandosi improvvisamente, e stringendosi in seno il bambino andò a sedersi sopra una balla, volse le spalle agli astanti e si pose cupamente a guardare il fiume.
«Sa rassegnarsi di buon garbo — disse il mercante; — mi pare una giovane ben discreta.»
Il piroscafo camminava — la donna parea tranquilla. Un venticello tepido, grave, quasi spirito compassionevole, le passava sopra la fronte; — quell’auretta gentile che non chiede mai di qual colore è la fronte cui viein ad accarezzare. La giovane guardava li ultimi raggi del sole scintillar sull’acqua in mille striscie dorate; udìa d’ogni intorno voci di gioia, le voce dei felici; ma il suo cuore era come aggravato da enorme peso. Il fanciullo si levò in piedi, e per accarezzarle il volto colle sue manine; saltellava, pispigliava, quasi volesse consolarla. La madre lo sollevò di subito tra le braccia, e le sue lacrime, una dopo l’altra, caddero lentamente su quel volto infantile, meravigliato; a poco a poco si ricompose e parve dimenticarsi per un momento nelle sue cure di madre.
Il bambino, tuttochè non avesse che dieci mesi, era d’una forza, d’una corporatura non ordinaria per l’età sua; la madre dovea badar sempre a frenarlo, a contenerne la vivacità.
— «Oh bel pezzo d’uomo! disse un uomo fermandosi improvvisamente a considerarlo di fronte colle mani in iscarsella; — quale e l’età sua?»
— «Dieci mesi e mezzo;» rispose la madre.
L’uomo fischiò al bambino, e gli offerse un pezzetto di zucchero, che questi afferrò prontamente e lo depose nella dispensa ordinaria dei fanciulli, cioè nella bocca.