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la capanna dello zio tom
Dobbiamo osservar di scorcio, che Giorgio, dal lato paterno, era di razza bianca: sua madre era una di quelle infelici negre, riservate, per bellezza della persona, ai capricci del padrone, madre di figliuoli, che non dovevano conoscere mai il proprio padre. Da uno delle più orgogliose famiglie del Kentucky avea ricevuto, dal lato paterno, una bella impronta di lineamenti europei, un’indole altera, indomabile; e da sua madre una lieve tinta di mulatto, ampiamente compensata da due grandi occhi nerissimi. Avendo leggermente alterato il colore della pelle e quello dei capelli, si era facilmente metamorfisato in un Spagnuolo; e siccome la grazia dei movimenti e i modi signorili gli erano sempre stati naturalissimi, non trovò difficile il disimpegnare la parte che avea assunta — quella d’un signore, che viaggiava col suo domestico.
Il signor Wilson, uomo di buona indole, ma estremamente timido e meticoloso, passeggiava su e giù per la camera, ravvolgendosi, come dice Giovanni Bunyan, «tra le ondate del suo spirito,» tentennante tra il desiderio di aiutar Giorgio, ed una vaga, indecisa nozione di dovere osservar la legge e l’ordine; continuando a passeggiare, così esprimeva i suoi interni pensamenti:
— «Ben mi avveggo, Giorgio, che fuggite — abbandonando il vostro legittimo padrone, Giorgio non me ne maraviglio — ma al tempo stesso sono dolente, Giorgio — sì, decisamente — credo dovervelo dire, o Giorgio — è mio dovere parlarvi così.»
— «Di che siete dolente, signore?» disse tranquillamente Giorgio.
— «Di vedervi mettere in opposizione alle leggi della vostra patria.»
— «Mia patria! sclamò Giorgio con enfasi amara e dolorosa; — qual patria posso aver io, tranne la tomba? E prego Dio di andarmici a coricar quanto prima.»
— «Perchè, Giorgio? no no: non conviene tener questo linguaggio anti-evangelico, Giorgio; avevate un duro padrone; vi ha trattato in guisa molto riprensibile; — io non pretendo di difenderlo. Ma sapete che l’angelo ingiunse ad Agar di tornare alla sua padrona, di sottomettersi ai voleri di lei; e l’apostolo rimandò Onesimo al suo padrone.»
— «Non è il caso citar la Bibbia in questo senso, signor Wilson — disse Giorgio con uno sguardo fulminante — no, perchè mia moglie è cristana, e desidero d’esserlo anch’io, per quanto posso; ma citar la Bibbia ad un uomo che si trova nelle mie circostanze, è un costringerlo a rigettarla per sempre. Me ne appello a Dio onnnipotente; son pronto a presentarmegli innanzi, a dimandargli, se ebbi torto a cercare la mia libertà.»
— «Questi sentimenti son troppo naturali, Giorgio — disse il dabben uomo, soffiandosi il naso — sì, sono troppo naturali; ma io non debbo