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la capanna dello zio tom


denza che il negro nutre fin dall’infanzia, la credenza non esservi peggior castigo dell’essere venduto nel Sud. La minaccia che li atterrisce più d’ogni battitura, più d’ogni tortura, è quella d’essere mandati all’ingiù del fiume. Noi stessi più volte udimmo come esprimevano queste loro paure, vedemmo lo spavento ben sentito con cui ne parlano nelle ore di riposo, udimmo le storie spaventevoli di ciò che avviene all’ingiù del fiume, in quel paese che è per essi,

«L’ignota terra donde mai non torna.

«Pellegrino vivente.»


Un missionario, il quale ebbe a trattare con molti schiavi fuggitivi nel Canadà, ci raccontava che molti di essi confessano essere fuggiti da padroni non inumani, aver affrontati i mille pericoli della fuga, indottivi dalla minaccia, dall’idea disperante di andar venduti nel Sud — pericolo che sovrasta continuamente ad essi, alle loro mogli, ai loro figliuoli. Ciò inspira nell’Africano, naturalmente timido, paziente, irresoluto, un coraggio eroico, lo muove a sfidar la fame, il freddo, lo strapazzo, i pericoli della solitudine e le pene ancor più terribili se fosse ripreso.

Una semplicissima refezione fumava sulla tavola, perchè la signora Shelby avea dispensata zia Cloe dallo sbrigare, per quel mattino, le consuete faccende di casa. Quella povera creatura avea esaurita tutta la poca forza, che ancora le rimaneva in quell’ultima colazione di addio — avea ammazzato, allestito il suo miglior pollo, preparata la sua focaccia colla più scrupolosa esattezza, secondo il gusto di suo marito; e deposto sull’asse della cappa del camino un piatto di misteriosi orciuoletti inzuccherati che non soleano comparire se non in solenni circostanze.

— «Guarda, Pietro, — esclamò Mosè con aria trionfante — che stupenda colazione!» e intanto dava di piglio ad un pezzo di pollastro.

Zia Cloe gli menò pronta uno scappellotto sopra un orecchio.

— «E avresti cuore di toccare l’ultima colazione che questo povero uomo fa a casa sua?»

— «Oh Cloe!» disse Tom con voce amorevole.

— «Ah, non posso più reggere — disse Zia Cloe, nascondendo la faccia nel grembiale; — il male mi fa stizzosa.»

I fanciulli si tenner quieti, guardando prima il loro padre, quindi la madre, mentre la loro sorellina, aggrappatasi alla veste di lei, cominciava a strillare imperiosamente.