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la capanna dello zio tom
La signora Bird depose subito in una valigietta varii articoli, che avea raccolti, la chiuse, la rimise al marito perchè la portasse in vettura, e corse a chiamare la donna. Costei, rivestita d’un mantelletto, di un cappello e di uno sciallo che avea appartenuto alla sua antica benefattrice, comparve ben presto nella camera col suo figliuoletto in braccio. Il signor Bird la aiutò a salire in vettura, e la signora Bird venne ad accompagnarvela. Elisa guardò dallo sportello, e stese fuori una mano non meno bella, non meno delicata di quella che le fu sporta in ricambio. Fissò in volto alla signora Bird i suoi grand’occhi neri, pieni d’un profondo sentimento, e parve che volesse parlare. Le sue labbra si mossero, tentò due o tre volte articolar parole, ma non trovò voce; allora accennò il cielo con uno di quegli sguardi che non si possono dimenticar mai; cadde sopra il sedile, e si celò il volto; si chiuse lo sportello e la carrozza si mise in via.
Ora, qual situazione per un senatore patriota, che tutta la settimana innanzi si era adoperato a tutt’uomo acciò il potere legislativo del suo paese sancisse i provvedimenti più energici contro li schiavi fuggitivi e contro coloro che li ricettassero!
Il nostro buon senatore nel congresso tenuto a Washington, non era stato superato da nessuno de’ suoi colleghi in un genere di eloquenza che procacciò loro una rinomanza immortale. Qual sublime atteggiamento era il suo, mentre, colle mani nelle tasche, fulminava il codardo sentimentalismo di coloro i quali anteponevano i vantaggi di pochi miserabili schiavi disertori ai grandi interessi dello Stato!
Avea nell’aspetto l’alterezza del leone, e convinse potentemento non solo se stesso, sì ben anche quanti lo ascoltavano; ma in allora questa idea di un fuggitivo non era se non la idea delle lettere che compongono una tal parola; o tutto al più la ricordanza d’un’incisione, veduta sopra un giornale, rappresentante un uomo con un fagottino raccomandato alla punta d’un bastone, e sotto esso una scritta: fuggito dalla casa del sottoscritto. La potenza magica della disperazione in persona, l’occhio umano che implora, la debole tremante mano, la preghiera tacita dell’agonia, dell’abbandono, non l’aveano messo a prova giammai. Non avea pensato mai che questo fuggitivo poteva essere una madre inerme, un fanciullo senza difesa, come quello che ora indossava le vesti del suo defunto figliuolo; ed ora, siccome il nostro povero senatore non era di sasso o di acciaio, ma uomo, e uomo di cuor retto e generoso, si trovava, come ciascun può vedere, in un contrasto ben singolare col suo patriotismo. Nè bisogna che esultiate sopra di lui, buoni fratelli degli Stati meridionali; poichè incliniamo facilmente a credere che molti di voi non avrebbero agito meglio di Bird in circostanze consimili. Abbiamo diritto di asseverare che nel