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e ancora che c'era Trieste
più bella di Gorizia.
E i soldati mi ascoltavano,
come i bimbi il cantastorie,
qualcuno la bocca aperta,
ed altri gli occhi socchiusi,
lentamente, s'addormentava
sognando un focolare
per riscaldarsi le ossa,
o per fumare la pipa,
e tante faccie care,
sedute tutte all'ingiro,
che parlavano delle vacche,
dei cavalli e del «ricolto».
Così passavano le ore
in mezzo alla pioggia d'autunno,
aspettando qualche cosa
che nessuno sapeva dire.
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