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portammo le marmitte
e le casse munizioni.
Un giorno stavamo seduti,
fuori piovigginava,
l'acqua gocciolava
ogni tanto, fredda,
dal tettuccio di frasche
e ci faceva sentire
un brivido dentro il core,
così come una nenia,
o una canzone d'amore;
la sera di primavera
seduti sognavamo;
lui si interruppe ad un tratto.
Mi disse, la voce velata:
«Mia mamma... mia sorella...
sono l'unico figlio...
l'unico fratello...
forse pensano a me!»
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