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quegli altri1 che vogliono limitare al solo campo religioso l’opera di questo fondatore di chiese ed abazie. Egli a S. Giulio non potè fondare abazie, non essendovene colà mai esistite, e l’opera sua non dovette quindi essere qui religiosa ma esclusivamente costruttiva2. Ed in verità ciò pare a me ovvio quando penso che la regola primitiva di S. Benedetto faceva dei monaci altrettanti artefici, e che la fondazione e manutenzione presso le loro abazie di scuole di arti e mestieri, richiedeva nei Superiori la necessaria conoscenza delle arti che dovevano insegnare.

L’esame del campanile ed i confronti che i disegni e le fotografie permettono di fare confermano quanto ho esposto; ma gioverà dare di esso più ampia descrizione.

Il campanile aveva in origine l’accesso situato dietro l’abside maggiore per una porta architravata che, sormontata da un arco di scarico cieco, dava e dà passo ad una camera terrena voltata a crociera ed illuminata da feritoie. Davanti a questa porta una rozza scala in pietra ancor esistente sale ad una porticina, pure architravata con arco cieco di scarico, che dà acesso alla scala del campanile ancora in esercizio e che ha un interessantissimo sviluppo, come appare dalle piante.

L’apparecchio murario è molto regolare, specialmente nella parte inferiore: in quella superiore i conci di pietra granitica sono spesso frammisti a corsi di mattoni di speciali dimensioni, più grandi di quelle usate posteriormente raggiungendo essi i cent. 32 × 15 × 7. Con tali mattoni sono in gran parte costrutti i


  1. R. De Lasteyrie, L’Architecture Religieuse en France à l’époque Romaine; F. Novati, Origine della Letteratura Italiana.
  2. Si ha notizia di tre viaggi fatti in Italia da Guglielmo, dopo la sua nomina ad Abate di Dijon e di Normandia negli anni 1005, 1014 e 1030.