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Ancora in Nembro alla Chiesa sussidiaria di S. Pietro in Colle esisteva un castello assai rinomato a tempi de’ Guelfi e Ghibellini. Ed alla Chiesa della B. V. delle Grazie, detta dello Zuccarello, sopra un’amena eminenza (santuario celebre e frequentatissimo per grazie e miracoli) esistette un antico castello.

Nella Casa Tassoni a Lonno fu trovata l’antica lapide:

P. ALBIO
RUFI L. PAL....


interpretata: Publio Albio Liberto Palatina (Tribu).


MONTE MISMA.


Fra i tanti monti, tutti ameni e vaghi che fiancheggiano la nostra strada, il Maresana, il monte Canto tra Ranica e Ponteranica, il monte Reina su cui poggia B. Petello, il monte Corna o Cornassiera, il Ganda, il Verteva, ecc. e nella Valle Gandino il Pizzo Rasa, il Pergale, il Farno, la Guasa, il Campo di E ed altri, non dispiaccia ai lettori intrattenerci del monte Misma che troviamo alla nostra destra (sempre partendo da Bergamo verso la Valle Seriana). Esso misura un’altezza di m. 1159 ed è rimarchevole per alcune fonti di acqua che scaturiscono dalle sue falde e che hanno la proprietà d’impietrire i minuti vegetali. Vi abbondano le cave di pietra arenaria che poi si lavora e si riduce a cote e si cava molta calce nei cui massi trovansi sovente pallottole di silice più o meno voluminosa, coperte talvolta di una specie di astuccio calcare più duro della roccia stessa. Sulle falde boreali di questo monte stanno le sorgenti del torrente Luglio, uno degli affluenti del Serio. Stupenda è la vista che di lassù si gode, talchè faceva scrivere al conte Giambattista Carrara Spinelli nel suo Viaggio al Monte Misma (versi sciolti ad Elisa):