Pagina:La Valle Seriana.djvu/22


— 22 —

oblazioni private, che pure lo mantengono. Conta N. 100 bimbi circa.

Una Congregazione di Carità pe’ suoi poveri.

Uomini illustri. — Patria è Nese di Paleocapa già ministro dei lavori Pubblici del Regno. A Milano e precisamente vicino alla ferrovia Nord, v’è una via che mette al Parco col nome appunto di Via Paleocapa1.

Memorie storiche. — È uno dei più antichi paesi della Valle una volta chiusa con Porte essendo transito Doganale per la Valle Brembana Via Nese, Monte Nese, Poscante.

NB. — Molte delle suesposte notizie si devono alla cortesia dell’onorevole sig. Sindaco dì questo Comune, al quale rendonsi qui doverose grazie.

  1. Pietro Paleocapa, oriundo della Venezia, nacque in su quel di Bergamo (e più precisamente a Nese) nel 1789. Datosi agli studi matematici, ne uscì valentissimo ingegnere, lasciando bella testimonianza del proprio ingegno nei lavori della diga di Malamocco, e in quelli di rettificazione al corso del Tibisco in Ungheria. Della sua vita politica basterà l’accennare ch’egli ebbe parte con Manin nel governo provvisorio di Venezia, e che attivamente cooperò alla unione di quella città al regno subalpino. Trasferitosi di poi a Torino ebbe il Paleocapa la carica di Ministro dei L. P. che avrebbe forse tenuto per tutta la vita senza il sopravvenire di una disgrazia, la perdita della vista. Quantunque cieco ei fu però sempre operosissimo, e veniva dì frequente consultato su tutto quanto concernesse od avesse attinenza colle opere pubbliche e non solo in paese, ma anche dall’estero, come ebbe a verificarsi allorchè fu chiamato a dirigere e portar giudizi sui giganteschi lavori dell’istmo di Suez. Il Paleocapa morì a Torino il 13 febbraio 1869; senatore, presidente onorario della Società delle Strade Ferrate dell’alta Italia, socio corrispondente dì parecchie accademie, cavaliere dell’ordine militare di Savoia, e di quello dell’Annunziata: ebbe onori funebri quasi principeschi, ma assai più che agli onori si collega la fama di questo uomo alle opere sue, alla sua probità ed a suoi propositi, i quali come ben osservava il Peruzzi, furono sempre ispirati dal più puro patriottismo.
         (Enciclopedia Universale ill. vol. viii, pag. 341).