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Ubbidienza dovuta ai re. ECCLESIASTE, 8. Breve trionfo dell' empio.
16 Non esser troppo giusto, e non farti savio oltremisura; perche ti diserteresti?
Non esser troppo empio, ne stolto;
perchè morresti fuor del tuo tempo ^?
Egli e bene che tu ti attenga a una
cosa, si pero che tu non allenti la mano dair alfcra; perciocche, chi teme Iddio esce d ogni cosa.
La sapienza rinforza il savio, più che
dieci rettori nonfanno la cittk neila quale sono^.
Certo non vi e niun uomo giusto in
terra, il quale faccia bene, e non pecchi^’.
Tu altresi non por mente a tutte le
parole che altri dira; anzi non pure ascoltare il tuo servo che ti maledice.
Perciocche il tuo cuore sa che tu ancora
ne hai maledetti altri, eziandto più volte.
lo ho provate tutte queste cose per
sapienza; onde ho detto: lo son savio; ma la sapienza e lungi da me,
Chi troverk una cosa che e cotanto
lontana, ed e profondissima/?
lo mi sono aggirato con l’anima mia,
per conoscere, per investigare, e per ricercar sapienza, e come si deve ben giudicar delle cose; e per conoscere l’empieta della stoltizia, e la foUia delle pazzie;
E ho trovata una cosa più amara che
la morte, cioe: quella donna che non e altro che reti, e il cui cuore non e altro che giacchi, e le cui mani son tanti lacci; l’uomo gradevole a Dio scamper^ da essa; ma il peccatore sara preso da lei^.
Vedi, io ho trovato questo, dice il
Predicatore, cercand.o ogni cosa ad una ad una, per trovare come si deve ben giudicar delle cose;
II die ancora cerca l’anima mia, e
non r ho trovato (benho trovato un uomo f ra mille; ma f ra altrettante donne, non ne ho trovata neppur una);
Sol ecco cio che io ho trovato: che
Iddio ha fatto V uomo diritto; ma gli uomini hanno ricercati molti discorsi. L’ubbidienza dovuta ai re. Q CHI e come il savio? e chi conosce la ^ dichiarazione delle cose? la sapienza dell’uomo gli rischiara il volto, e la durezza della sua faccia ne e mutata ^
Io ti ammonisco che tu osservi il comandamento
del re ^; eziandio per cagione del giuramento/ai!^o nel Nome di Dio.
Kon affrettarti di partirti dal suo cospetto; e anche non presentarti a lui con
qualche cosa malvagia; perciocche egli fara tutto quello che gli piacera.
Perciocche la parola del re e con imperio; e chi gli dir^: Che fai? Chi osserva il comandamento non proverk
alcun malvagio accidente; e il cuor dell’uomo savio conosce il tempo eil buon modo, che si deve tenere.
Conciossiache a qual si voglia affare
vi sia tempo e modo; perciocche gran mali soprastanno all’uomo.
Perche egli non sa quello che avverrk;
imperocche, chi gli dichiarera come Ic cose saranno’"?
Niun uomo ha potere sopra il vento,
per rattenere il vento; e non vi e potere alcuno contro al giorno della morte, enella battaglia non vi e licenza; cosi V empieta non lascer^ scampar quelli ne’ quali elia si trova.
Io ho veduto tutto questo; e ponendo
mente a tutte le cose che si fanno sotto il sole, ho veduto che vi e tal tempo, che r uomo signoreggia sopra l’uomo, a danno di esso.
E allora ho veduto che gli empi, che
prima erano sepolti, venivano; e quelli che si erano portati in dirittura se ne andavano dal luogo del Santo, ed erano dimenticati nella citta. Anche questo e vanity. II peccatore non e subito punito; il giusto e spesso nelV uvversita.
Perciocche la sentenza non h prontamente
data contro alle opere malvage, pero il cuor de’ figliuoli degli uomini e pieno dentro di loro di voglia. di mai fare ’*.
Conciossiache il peccatore faccia male
cento volte, e pur la pena gli e prolungata; ma pure ancora so lo che bene sar^ a coloro che temono Iddio, perchè riveriscono la sua faccia";
E che bene non sara all’empio, e
ch’egli non prolungher^ i suoi giorni, che se ne andranno come l’ombra; perciocche egli non riverisce la faccia di Dio.
Vi e una vanita che avviene sopra
la terra, cioe: che vi son de’ giusti, a’ quali awiene secondo F opera degli empi; e vi son degli empi, a’ quali avviene secondo r opera de’ giusti. Io ho detto che anche questo e vanity.
Perci6, io ho lodata l’allegrezza;
conciossiache l’uomo non abbia altro bene sotto il sole, se non di mangiare, e di here, e di gioire; e questo e quello ch’egli, con la sua fatica, ha in presto a’ di della sua vita, che Iddio gli ha dati sotto il sole.
Quando io ho recato il cuor mio a
conoscer la sapienza, e a veder gli aff’ari che si fanno sopra la terra (perciocche ne giorno ne notte esso mio cuore non vede sonno degli occhi suoi);
Io ho veduto, quanV h a tutte le opere
diDiOj chel’uomononpuo rinvenirle opere che SI fanno sotto il sole; intorno alle " Rom. 12. 3. /Rom. 11..S.S. ’"Eccl.9. 13.. ftProv. 10.27. Eecl. ^Prov. 5.8, 4: 22.14. "Sal. 50. 21. Is. 26. 10.. 16, 18. d. Rom. 3. 23. 1 Giov. 1. 8. ^ Rom. 1. 22. A Gen. 1. 27; 8. 6, 7. i Prov. 4. 8, 9. ’ Rom. 13. 5. " Mat. 25. 33, ecc. m.