Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
Proverb i sopra PEOVERBI, 17: varii soggettL
Chiunque e altiero d’animo e abbominevole
al Signore; d’ora in ora egli non rester^ impunito.
L’iniquity sara purgata con benignita,
e con verita; e per lo timor del Signore r uomo si ritrae dal male.
Quando il Signore gradisce le vie delr
uomo, pacifica con lui eziandio i suoi nemici.
Meglio vale poco con giustizia, che
grandi entrate senza dirittura.
11 cuor dell’uomo delibera della sua
via; ma il Signore dirizza i suoi passi.
Indovinamento e nelle labbra del re;
la sua bocca non falla nel giudicio.
La stadera, e le bilance giuste son del
Signore; tutti Ipesi del sacdietto sow sua opera.
Operare empiamente e abbominevole
ai re; perciocche il trono sara stabilito per giustizia.
Le labbra giuste son quelle che i re
gradiscono; ed essi amano chi parla. dirittamente.
L’ira del re son messi di morte; ma
r uomo savio la placher^.
Nella chiarezza della faccia del re
vi e vita; e la sua benevolenza e come la nuvola della pioggia della stagione della ricolta.
Quant’e egli cosa migliore acquistar
Sapienza che oro! c quanf e egli cosa più eccellente acquistar prudenza che argento!
La strada degh uoinini diritti e di
stornarsi dal male; clii osserva la sua via guarda l’anima sua.
La supcrbia viene davanti alia ruina,
e r alterezza. dello spirito davanti alia caduta.
Meglio e essere umile di spirito
co’ mansueti, che spartir le spoglie con gli altieri.
C’hi e intendente nella parola trovera
bene • e beato dii si contida, nel Signore.
II savio di cuore sara chiamato intendente; e la dolcezza delle labbra aggiugnerA
dottrina.
II senno e una fonte di vita in coloro
che ne son dotati; ma T ammaestramento degli stolti e stoltizia.
II cuor dell’uomo savio rende avveduta
la sua bocca, e aggiugne dottrina alle sue labbra*.
I detti soavi sono un favo di mele,
dolcezza all’anima, e medicina alle ossa.
Vi e tal via che uare diritta all’uomo,
il fine della quale son le vie della morte.
L’anima di chi si affatica si affatica
per lui stesso; perciocche la sua bocca lo preme.
L’uomo scellerato apparecchia del
male; e in su le sue labbra vi e come un fuoco ardente.
L’uomo perverso commette contese;
e chi va sparlando disunisce il conduttore.
L’uomo violento seduce il suo compagno,
e lo conduce per una via cJic non e buona.
Chi chiude gli occhi macchinando
perversita, dimena le labbra quando ha eompiuto il male.
La canutezza e una corona gloriosa;
elia si trovera nella via della giustizia.
Meglio vale chi e lento all’ira, che il
forte r e ■meglio vale chi signoreggia il suo cruccio, che un prenditor di citta.
La sorte e gittata nel grembo; ma
dal Signore ijrocede tutto il giudicio di essa.
"7 MIGLIORE e un boccon di pane
■*■ ’ secco, con quiete, che una casa plena di animali ammazzati, con rissa.
U servitore intendente signoregger^
sopra il figliuolo che reca vituperio, e spartirk, l’ereditk tra i fratelli.
La coppella e per l’argento, e il fornello
per f oro^; ma il Signore prova i cuori.
L’uomo maligno presta gli orecchi
alle labbra inique; e l’ingannatore ascolta la lingua maliziosa.
Chi befla il povero fa onta a colui che
r ha fatto; chi si rallegra della calamita altrui non restera impunito.
I figliuoli de’ figliuoli son la corona
de’ vecchi ’^; e i padri son la gloria de’ figliuoli.
II parlar magnifico non e decevole alr
uomo da nulla; quanto meno al principe il labbro falso!
II presente t:„appo chi e dato a ricever
present!, una gioia graziosa;.dovunque si volge produce etfetto.
Chi copre il fallo procaccia amicizia;
ma clii lo ridice disunisce il conduttore.
La riprcnsione sceude yilt addentro
nell’uotao intendente, che cento percosse date alio stolto,
II malvagio non cerca altro che ribellione; ma l’angelo ciudele sara mandate
contro a lui.
Scontrisi pure in un uomo un’orsa,
a cui sieno stati tolti i suoi tigli, anzi che un pazzo nella sua pazzia.
II male non si dipartira giammai dalla
casa di chi rende il mal per lo bene.
Chi comincia la contesa e cottie chi
da apritura alle acque; peru, avanti che si venga alle contumelie, lascia la questione.
Chi assolve il reo, e chi condanna il
giusto, sono amcndue ugualmente abbominevoli al Signore*.
A che serve il prezzo in mano alio
" Mat. 12. 34.
- Mal. 3. 3.
«Sal. 127. 3, ecc. 635 i 1 Tess. 4. 11. «Eb. 23. 7.