Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
contro all’adulterlo. PROVEEBI, 7, 8. Pregi della Sapienza.
scatto; e avvegnache tu moltiplichi i present!, non pero li accettera. FIGLIU0L mio, guarda i miei detti, e riponi appo te i miei comandamenti.
Guarda i miei comandamenti, e tu viverai";
e guarda il mio insegnamento, come la pupilla degli ocelli tuoi.
Legateli alle dita, scrivili in su la tavola
del tuo cuore **.
Di’ alia Sapienza: Tu sei mia sorella;
e chiama la Prudenza tua parente;
Acciocche e&se ti guardino dalla donna
straniera, dalla forestiera die parla vezzosamente.
Perciocche io ri^ardava una volta per
la finestra della mia casa, per li miei cancelli;
E vidi tra gli scerapi, e scorsi tra i
fanciuUi, un giovanetto scemo di senno;
II qual passava per la strada, presso al
cantone della casa d’una tal donna; e camminava traendo alia casa di essa;
In su la sera, in sul vespro del di, in
su r imbrunire ed oscurar della notte;
Ed ecco, una donna gli venne incontro,
in assetto da meretrice, e cauta d’animo;
Strepitosa, e sviata; i cui piedi non
si fermavano in casa ’^;
Essendo ora fuori, or per le piazze;
e stando agli agguati presso ad ogni cantone.
Ed essa lo prese, e lo bacio, e sfacciataraente
gli disse:
lo avea sopra me il roto di sacrificii
da render grazie; oggi ho pagati i miei voti.
Pero ti sono uscita incontro, per cercarti,
e ti ho trovato.
lo ho acconcio il mio letto con capoletti
di lavoro figurato a cordicelle di Jil di Egitto.
lo ho profumato il mio letto con
mirra, con aloe, e con cinnaniomo.
Vieni, inebbriamoci d’amori infino
alia mattina, soUazziamoci in amorosi piaceri.
Perciocche il marito non e in casa
sua; egli h andato in viaggio lontano;
Egli ha preso in mano un sacchetto
di danai’i; egli ritornera a casa sua a nuova luna.
Ella lo pieg5 con le molte sue lusinglie,
e lo sospinse con la dolcezza delle sue labbra.
Ed egli ando dietro a lei subitamente,
come il bue viene al macello, e come i ceppi son per gastigamento dello stolto;
Come l’uccello si affretta al laccio,
senza sapere clie e contro alia vita sua, tinch6 la saetta gli trafigga il fegato^.
Ora dunque, figliuoli, ascoltatemi, e
attendete a’ detti della mia bocca.
II cuor tuo non dichini alle vie d’una
tal donna; non isviarti ne’ suoi sentieri. G Perciocche ella ne ha fatti cader molti uccisi; e pur tutti coloro ch’ella ha morti eran possenti/.
La sua casa e la via delF inferno, che
scende a’ più interni luoglii della morte. L’eccellenza e la cMarezza dei precetti della Sapienza. Q LA Sapienza non grida ella? e la Pru^ denza non dk ella fuori la sua voce?
Ella sta in pie in capo de’ luoghi elevati,
in su la via, ne’ crocicchi.
Ella grida presso alle porte, alia bocca
della cittk, all’entrata degli usci delle case,
Dicendo: logrido a voi, o uomini principali; e la mia voce s’indirizza ancora
al volgo.
Semplici, intendete che cosa sia awedimento; e voi stolti, intendete che cosa
siahnon senno.
Ascoltate; perciocche io proporri) cose
eccellenti; l’aprir delle mie labbra sard di cose diritte.
Conciossiache il mio palato ragionerk
di verita; ma l’empieta e cit) die le mie labbra abbominano.
Tutti i detti della mia bocca son con
giustizia; in essi non vi e nulla di torto o di perverso.
Essi tutti son diritti agl’intendenti, e
bene addirizzati a coloro che hanno trovata la scienza.
Ricevete il mio ammaestramento, e
non dell’argento; e scienza, anzi che oro eletto.
Perciocche la sapienza e migliore die
le perle; e tutte le cose le più care non r agguagliano^.
Io, la Sapienza, abito nell’avvedimento,
e trovo la conoscenza de’ buoni avvisi.
II timor del Signore t odiare il male;
io odio la superbia, e V alterezza, e la via della malvagita, e la bocca perversa.
A me apparticne il consiglio e labuona
ragione; io son la prudenza; a me apparticne la forza.
Per me regnano i re , ed i rettori fanno
statuti di giustizia.
Per me signoreggiano i signori, e i
principi, e tutti i giudici della terra.
Io amo quelli che mi amano*; e quelli
die mi cercano mi troveranno^
Ricchezze e gloria son meco; beni
permanent! e giustizia "*.
II mio frutto e migliore che oro, anzi
" Lev. 18. 5. /Neein.13.26. ’ Giac. 1, 5.
- Deut. 6. 8; 11. 18. ’ Giob. 24. 15. ^ i Tim..5. 13; Tit. 2. 4, 5. ’ Eccl. 9. 12.
^ Giob. 28. 15-28. Prov. 8. 14, 15, e rif. h Dan. 2. 21. Rom. 13. 1-6. i Giov. 14. 21.
- " Mat. 6. 33.