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Artaserse manda NEEMIA, 2, 3. Neemia a ristorar

Ora, colore son tuoi servitori, e tuo

popolo, il quale tu hai riscosso con la tua gran forza, e con la tua possente mano.

Ahi! Signore; deli! sia l’orecchia

tua attenta all’orazione del tuo servitore, e all’orazione degli altri tuoi servitori, i quali hanno buona volontà di temere il tuo Nome; e fa, ti prego, oggi prosperare il tuo servitore, e fa ch’egli trovi pietà appo xjuest’uomo. Or io era coppiere del re. Artaserse manda Neemia a r’leclificare le mura di Gerusalemme, O E AVVENNE l’anno ventesimo del ^ re Artaserse, nel mese di Nisan, die, essendo stato portato il vino davanti a lui, io presi il vino, e lo porsi al re. Or io non soleva esser mesto nel suo cospetto.

E il re mi disse: Perch6 e la tua faccia

mesta, non essendo tu infermo? questo non d altro se non afflizione di cuore ", Ed io ebbi grandissima paura;

E dissi al re: Possa il re vivere in perpetuo;

come non sarebbe la mia faccia mesta, rimanendo la cittk che e il luogo delle sepolture de’ miei padri, distrutta e le sue porte consumate dal f uoco?

E il re mi disse: Che cliiedi tu? Allora

io pregai l’Iddio del cielo;

E dissi al re: Se cosi place al re, e se

il tuo servitore ti e in grazia, mandami in Giudea, nella cittk dove sono le sepolture de’ miei padri, acciocche io la riedificlii.

E il re mi disse, e anclie la sua moglie

che gli sedeva allfito: Quanto tempo metterai alia tua andata, e quando ritornerai? E quando io ebbi detto il tempo al re, egli ebbe a grado di darmi licenza.

Poi dissi al re: Se cosi place al re,

sieiimi date lettere a’ governatori di k dal iiume, acciocche mi lascino passare, finche io sia giunto in Giudea.

E anche lettere ad Asaf, guardiano de’

bosclii del re, acciocche mi dia legname per fabbricar le porte del palazzo della Gasa di Dio, e per le mura della citta, e per la casa nella quale io entrer5. E il re mi diede quelle lettere, secondo che la mano di Dio era buona sopra me.

Ed io me ne venni a’ governatori di

(jua dal fiume, e diedi loro le lettere del re (or il re avea mandati meco capitani e cavalieri).

Quando Samballat Horonita, e Tobia,

servo Ammonita, ebbero udite quesie co^.e, ebbero gran dispiacere die fosse venuto alcuno per procacciar del bene a’ figliuoli d’Israele.

Poi giunsi in Gerusalemme; ed essendovi

stato tre giorni;

Mi levai di notte, con alcuni pocM

uomini, e non dichiarai ad alcuno cio die r Iddio mio mi metteva in cuore di fare a Gerusalemme; e nOn avea meco alcuna altra bestia, che quella che io cavalcava.

Io adunque uscii di notte dalla porta

della valle, e vassal dirincontro alia fontana del dragone, e alia porta del let.xme; e andava considerando le mura di Gerusalemme, come erano rotte, e come le porte di essa erano consumate dal fuoco.

E di la io passai alia porta della fontana,

e all’acquidotto del re; e non vi era spazio per la mia cavalcatura da passar sotto di me.

E risalendo per lo torrente, mentre

era ancora notte, io andava considerando le mura; poi rientrai per la porta della valle, e cosi me ne rivenni. IG Ora i magistrati non sapevano ove io fossi andato, ne ci6 che io facessi; ed io fino all ora non V avea dichiarato ne a’ Giudei, n^ a’ sacerdoti, ne agli uomini notabili, ne a’ magistrati, n^ agli altri che aveano la cura dell’opera.

Allora io dissi loro: Voi vedete la

raiseria nella quale noi siamo, come Gerusalemme h distrutta, e le sue porte sono bruciate col fuoco: venite, rieditichiamo le mura di Gerusalemme, acciocche non siamo più in vituperio*.

E io dichiarai loro come la mano

dell’Iddio mio era buona sopra me; e anche le parole del re, ch’egli mi avea dette. Ea essi dissero: Or mettiamoci a edificare. Cosi presero animo a far bene.

Ma Samballat Horonita, e Tobia, servo

Ammonita, e Gliesem Arabo, avendo udito questo, ci beflavano, e ci sprezzava^ no, e dicevano: Che cosa e questo che voi fate? vi volete voi ribellar Contro al re^?

Ed io risposi, e dissi loro: L’Iddio

del cielo e quel che ci f ark prosperare; e noi, suoi servitori, ci metteremo a edificare; ma, voi non avete parte, n6 diritto, ne memoria alcuna in Gerusalemme*^. Porte e mura di Gerusalemme ricostruite. O ED Eliasib, sommo sacerdote, e i suoi

  • ^ fratelli sacerdoti, si levarono su, ed

edificarono la porta delle pecore; essi la santificarono, e posarono le sue porte; e la santificarono, fino alia torre di Cento, e fino alia torre di Hananeel.

E allato a lui edificarono gli uomini

di Gerico; e allato a loro edific6 Zaccur, figliuolo d’Imri.

E i figliuoli di Senaa edificarono la

porta de’ pesci; essi le fecero i suoi palclii, e posarono le sue porte, i suoi serrami, e le sue sbarre.

E allato a loro ristor6 Meremot, figliuolo

di Uria, figliuolo di Cos; e allato a loro ristor6 MesuUam, figliuolo di Berechia, figliuolo di Mesezabeel; e allato a loro ristoro Sadoc, figliuolo di Baana.

E allato a loro ristorarono i Tecoiti;" Prov. 15. 13. * Sal. 14. 13; 79. i, Ger. 24. 9.

Neem. 6. 6. d Esd. 4. 3.