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v’era contesa tra i candidati per l’elezione de’ quatuorviri.» Alla famiglia Mugetti di Cesara, ora cittadina di Pavia, delle quale conobbi l’Avvocato Francesco ultimo Castellano di Riviera, può attribuirsi l’antica lapide esistente in Suno fra te macerie dell’antico tempio di S. Genesio or ora demolito, e della quale parlarono Gallarati, facendo da questa famiglia prendere i nome Mosezzo paese non lontane da Novara, ed il Ferrari, il quale confuse Suno con Suna dicendola posta in quest’ultimo luogo. Con essa un certo C. Mogezio Getulico sciolse un voto a Mercurio.

XV. Due sole iscrizioni romane si rinvennero in Riviera, per quanto notarono i nostri storici, sebbene alcune cadute forse in mano ad imperiti ci sieno state irreparabilmente involate; poichè non è molt’anni che togliendosi i materiali da un antico edificio per costrurne un altro dalle parti di Alagna e nel cascinale detto Vianova, fu rinvenuta una lastra di sasso con incisione di abbreviature latine. Quella lapide fu spezzata dagli imperiti lavoratori, e furono i pezzi inviscerati nel nuovo muro. Quanti bei monumenti avranno subita la stessa sorte! La lapide conservata fra noi è quella che nell’isola S. Giulio serviva di fondo all’urna del Vescovo di Novara Filacrio o Ilario, posta di dietro dell’altare maggiore di quella Chiesa, e discoperta il 6 ottobre 1697: eccone la iscrizione riportata dal Cotta nel suo Museo Nov. n. 474.

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