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che Secondo Gemellio (probabilmente figliuolo di Caio ricordato di sopra) un’altra ara sacrò a Mercurio, nella quale dicendosi semplicemente figliuolo di Caio Gemellio indicava essere il padre suo abbastanza distinto per cariche municipali: che un servo, o liberto di Gemellio Secondo per nome Ermete ne dedicò un’altra a Giove, e che Caio Gemellio Terzo (forse padre di C. Gemellio Valerano) ne eresse un’altra probabilmente a Mercurio, nella quale si chiamò Pontefice. Il nostro Cotta tolse quest’ultima sola per il suo libro IV della Corografia dai manoscritti di Alciati e di Ciceri, e la dice posta nel delubro di Arzago presso Soma, ora ridotto a battisterio, attribuendola agli ascendenti della famiglia Gemelli, alla quale non la vorrebbe forse ascrivere il Sac. De-Vit. Questi però nelle già citate memorie storiche di Borgomanero, togliendo a ragionare sulla prima iscrizione, la quale trasportata da Fontaneto a Milano, e posta nella Biblioteca Ambrosiana, ora non si saprebbe quale fine abbia avuto, così scrive: »Dal leggersi in quest’epigrafe decorato Mercurio dei titoli di Lucrorum potenti et conservatori, cioè potente nel far acquistare tesori e nel conservarli a coloro che ricorrono all’ajuto di lui per arricchire, si potrebbe agevolmente dedurre e che la famiglia de’ Gemelli fosse dedita ai traffici ed alle negoziazioni, mercè le quali si fosse non poco arricchita. Sono venuto in questa opinione dal rilevare dalla nostra pietra, che questa famiglia essendo propriamente di Milano, come si vede dalla tribù Uffentina, alla quale sappiamo che questa città era ascritta, non potè essere collocata in Fontaneto se non per questo, che il Gemellio quivi, o nei luoghi circonvicini, avesse abitazione e vasti possedimenti, e quivi anche si trovasse di frequente pe’ suoi affari di commercio, e dove per gratitudine de’ ricevuti favori C. Gemellio Valeriano fece innalzare questa base al suo nume tutelare.

»Nè solo per ricchezze fu commendevole il nostro Gemellio, ma sì ancora per le prime cariche municipali da lui sostenute nella sua patria, cioè di quatuorviro con podestà edilicia, che era un magistrato composto di quattro individui annualmente eletti fra i decurioni della città, e di Prefetto giurisdicente, magistrato che si eleggeva talvolta in luogo del primo, quando