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vette passare per il Monginevra, come ha potuto asserire essere questa la più corta strada da Aquileia alla Gallia ulteriore, dovendo egli percorrere tutto il Piemonte per portarsi o agli sbocchi della Dora minore, o del Chiusone, pei quali ascendere potevasi al Monginevra? Come ha potuto coll’impedimento di ben cinque legioni in soli sette giorni venire ad Ocelo, che si vorrebbe da alcuni essere Oulx, o Exilles in valle di Susa, da altri Usseau in val Chiusone, di là scacciare i nemici, e quindi portarsi sulle terre de’ Voconzii, genie Celto Ligure nel Delfinato? Come ha potuto ad un tratto spacciarsi dagli impedimenti, combattere e vincere le schiere, che successivamente contrastavangli il passaggio, dei Centroni in val dell’Isere, dei Graioceli dell’Are, e dei Caturigi della Duranza? Di miglior grado perciò seguo la opinione del Bescapè e del nostro Cotta, i quali credono, che per le riviere del Verbano e del Cusio trapassando nell’Ossola siasi G. Cesare portato nel paese dei Sionesi e dei Veragri e nella Gallia. Da questa parte trovava il Capitano di Roma la più corta via, venendo da Aquileia e da Milano, per la quale, varcato il Ticino verso la sua imboccatura, ed ascendendo per le riviere dei due laghi, in poche ore pervenire poteva ad Ocelo, che non altro paese può essere in fuori di Domodossola, inquantochè l’antico nome concorda di Domusoscela, e fra i venti e più villaggi, che da Oulz a Domo si incontrano sulle alpi, a nessun altro un simil nome si potrebbe etimologicamente e geograficamente applicare con maggior ragione. Arrogi che i Graioceli incontrati e sconfitti da Cesare sulle sommità delle alpi traevano il loro nome dalle alpi Graie e da Ocelo, i quali certamente non si sarebbero potuti incontrare da lui, se salito fosse per le alpi Cozie, cioè per il Monginevra.
XII. A confermare vieppiù la opinione, che anche per la nostra Riviera fosse passato G. Cesare portandosi nelle Gallie, si allega da alcuni un’antica tradizione, la quale porta che dai Leponzii, od altri popoli fossero essi, rinchiusi nelle mura di Omegna si fosse tentato di resistere agli avanzamenti dell’esercito romano, e che soffermatosi il grande Capitano ad osservare quelle mura e quelle bastite (che furono totalmente distrutte nel 1311), abbia esclamalo Heu Mœnia! dal quale detto traesse il suo nome