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guerra, o dalla qualità dello loro armi in forma di ascia falcata detta gaesa, e unironsi armati sulle sponde del Po. Tutta l’Italia superiore, ad eccezione dei Veneti e dei Galli Cenomani loro vicini, trovossi accampata coi transalpini per disputare a Roma il fatale dominio. Sorrise dapprima la fortuna all’esercito confederato sui colli in vai di Chiana nel Sanese, dove il romano Pretore caduto in agguato fu con molto sangue sconfitto: ma stretti poscia i Galli esultanti pel fatto bottino fra l’esercito del consolo Emilio venuto da Rimini, e quello del suo collega Attilio giunto a Pisa dalla Sardegna, presso a Telamone perdettero quella grande battaglia, nella quale 40,000 di loro col duce Concolitano furono morti sul campo, e 10,000 fatti prigionieri. Emilio console non pose indugio veruno, e seguì il corso della vittoria: per le montagne della Liguria Apuana egli condusse le sue legioni, e fatta per colà ogni licenza ai soldati, ridusse i Boi ed i Liguri a tale estremo, che non fu loro lasciato neppure il ferro da arare i campi.

III. Domati questi popoli, o rifuggiti fra i Taurischi presso il Danubio, Claudio Marcello fece passare per la prima volta le aquile romane sul Po, e contro Britomaro re dei Galli collegato cogli Insubri ed i Milanesi presso Casteggio venne a oste. Quivi i Romani pedestri e cavalieri in assai piccolo numero sarebbero stati di leggieri sgominati e vinti dalla moltitudine e dalla ferocia de’ Gessati, se M. Marcello venuto a singolare tenzone con Britomaro non lo avesse ucciso, e delle sue preziose e fulgenti armi spogliato, facendone un omaggio a Giove Feretrio. Atterriti per tanto caso i Galli, e combattuti aspramente dai Romani, ai quali l’audacia e la fortuna del Console aggiunto avea non minore ardore di pugna che sicurezza di vittoria, non potettero sostenere un impeto così gagliardo, e con ben raro esempio fu veduto quell’esercito numerosissimo sconfino e sperperato da una piccola mano di valorosi. Aperto era perciò a Marcello il passaggio alla capitale dell’Insubria, nè i Milanesi non potuti soccorrere dai Galli avevano forze bastanti da frenare l’impeto del nemico. Milano e Como aprono le porte, ed accolgono i novelli conquistatori. La copia del frumento, e di ogni altra maniera di vettovaglie ivi ammassata sarebbe stata incredibile, se non la