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questa nostra Riviera ricevette forse dai piani dell’Insubria i primi suoi abitatori. Di ciò mi persuade l’antica tradizione, che in luoghi eminenti poste avessero gli Insubri le loro sedi, siccome sappiamo di Castel Seprio distrutto poi nell’anno 1287; e da quanto scrissero Erodiano, Vitruvio e Strabone 1, descrivendoci il piano dell’Insubria tutto coperto di paludi; e dall’antica memoria di un lago Gerundio nel territorio di Cassano, ove oggidì quella parte bassa è tutta abitata, e di un’isola di Fulcherio nei contorni di Crema, di cui trattano le carte dei tempi bassi, sebbene non si veggano ora vestigj di terra isolata.

IX. Da due parti, si può congietturare, pervennero in Riviera i primi abitatori. Trascorrendo le sponde del Verbano, o togliendo a guida il corso dell’Agogna, non tardarono essi ad occupare le vicine terre, che al loro modo selvaggio di vivere, o alla brama di acquistare sicurezza e pace sembravano convenire. Per lo piano di Feriolo e di Gravellona avanzandosi a ritroso della Strona, o (se era pur vera la supposizione, a cui par vero acconsentire il Ven. Bescapè Nov. Sac. lib. 1, pag. 193, ed il nostro Cotta, nota 83 al Macagno, cioè che non fosse per anco formata quella tratta di pianura, la quale da Gravellona si distende fino ad Omegna, e che perciò il Verbano non fosse stato respinto indietro per così gran pezza, ma si congiungesse per un ampio canale col Cusio) rasente i piedi di queste montagne risalendo le sponde del detto canale, giunsero a piantarsi colle loro abitazioni in questa Riviera. Altri poi conquistate le terre di Gozzano, e le sommità onde è rifinito il lago, e discesi alle sponde di questo, trovarono da ambedue le parti un luogo acconcio al loro stabilimento. E per verità l’aspetto delizioso di questa terra, o si discenda da Omegna, o si ascenda da Gozzano, doveva invogliare quei trovatori all’acquisto di lei: poichè le selvose montagne verso ponente, facienti un così magico contrasto colle acque cristalline del lago; l’ombra fitta di quei boschi, ricetto tranquillo, e non mai turbato innanzi delle fiere, dove il silenzio non cessa che per lo stor-

  1. Vitr. lib. 1, cap. 4. - Strab. lib. v.