Pagina:La Riviera di San Giulio Orta e Gozzano.djvu/43


39

Brescia e di Verona lunghesso le sponde dell’Adige. Ai Cenomani tennero dietro i Salluvii coi Vertecomicori Voconzii, e si posero intorno al Ticino, dove erano prima i Levi Liguri, poi i Boi e Lingoni scesi dal S. Bernardo cogli Anani; e finalmente i Senoni, i quali cacciati che ebbero dal paese natale i Toscani e gli Umbri, si distesero padroni di tutta la regione verso il centro d’Italia dall’Utente, oggi Montone, fino all’Elsi.

V. Per queste invasioni barbariche, le quali si succedettero nello spazio di oltre a duecento anni, sospettarono alcuni storici, e fra questi porrò il Canonico Sottile 1, che una razza Celtica abbia sparso il mal seme della popolazione prima di queste montagne; potendo anche essere avvenuto che gli avanzi delle armate di quei fieri Galli, i quali tante volte furono vincitori e tante volte vinti, fuggendo l’inimico, e cercando un asilo alla loro libertà minacciata, avessero fra le selve impenetrabili, o fra monti inaccessibili rinvenuto alle loro esuli famiglie una nuova patria. E per verità gli antichi romani storici e geografi chiama vano la regione al di qua delle Alpi Gallia Cisalpina non per altro, se non perché genti Galliche la tenessero e la dominassero, ed un barbaro idioma Celtico o Gallo era parlato dagli antichi abitatori, il cui suono sgradevole anche oggidì ferisce l’orecchio assuefatto alla cara melodia dell’italiana favella. Ma io non nego che fosse l’alta Italia stata interamente conquistata dai Galli, Celli, Cenomani ed Edui, e che usando questi della conquista abbiano fatto pesare sui vinti il giogo della barbara loro tirannide. E appunto perciò io penso, che parte degli antichi abitatori anteponendo l’esiglio alla schiavitù si siano portati fra questi monti, che loro offerivano un sicuro asilo, ed un riparo inespugnabile contro un vincitor feroce. Gli Storici Romani poi imprendendo a narrare le gloriose conquiste, sui nemici di Roma registravano piuttosto il nome dei debellati eserciti, che quello della gente indigena. Ciò aveva saggiamente avvertito anche il Ven. nostro Vescovo Carlo Bescapè nella sua Novara Sacra pag. 200 scrivendo, che questa porzione d’Italia prima della guerra Gallica

  1. Nicolao Sottile Canonico nella Basilica Gaudenziana di Novara scrisse e diede alle stampa il Quadro dalla Valsesia, dova aveva la sua patria.