Del curvo lido. Per egual ragione, 498Lo ripeto, è mestier, già che composti
Son da Natura i semi e non ridotti
Da la mano de l’uomo a certa forma, 501Che dissimil tra loro abbian figura.
Facile or n’è di renderci ragione
Perchè il fulmineo foco abbia possanza 504Di penetrare assai maggior del nostro,
Che da terrestri rèsine deriva:
Poichè dir puoi, che più sottile è il foco 507Del fulmine del ciel, perchè composto
Di più piccioli corpi, e però a punto
Può i forami passar che non può il nostro 510Nato da legna e rèsine prodotto.
Il lume in oltre penetra pe ’l corno,
Ma la pioggia è respinta. E perchè mai, 513Se non chè i corpi, ond’è composto il lume,
Sono certo più piccoli di quelli
Che formano il liquore almo de l’acque? 516Perciò pure vediam nel colatojo
Fluïr celere il vino ed a l’incontro
Il pigro olio indugiarvi, o perchè fatto 519Di più grossi elementi, o perchè invece
Sono uncinati e attorcigliati in guisa
I primordj tra lor, che non sì tosto 522L’uno da l’altro districar si ponno
E ciascun d’essi trapelar da’ fori.