Non vedi or dunque, ben che forza esterna 363Molti spinga sovente, e contro voglia
A proceder li cacci e li rapisca
Precipiti, che pur nel petto nostro 366Un non so che portiam, che pugnar contro
E resister le possa, e al cui talento
Tutta può la materia esser costretta 369A piegarsi per gli arti e per le membra
E il suo slancio frenare e torcer dietro?
Necessario è però che si confessi 372Esservi similmente anche ne’ semi,
Oltre i pesi e gl’impulsi, altra cagione
Di moti, da la qual questa abbiam noi 375Innata potestà; già che sappiamo
Che nulla mai si può crear dal nulla.
Perchè il peso rattien, che per impulsi, 378Quasi per forza esterna, il tutto avvenga;
Ma che la mente uopo non abbia anch’essa
D’interïor necessità in ogni atto, 381E ad oprare e patir sia come avvinta,
Vien da l’esiguo declinar de’ semi
Non a loco di spazio e a tempo certo. 384Nè più stivata fu, nè mai più larghi
Ebbe intervalli la materia tutta,
Chè mai nulla in natura o cresce o manca. 387Onde in quel moto, in cui gli atomi or sono,
Ne le trascorse età furono sempre,