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a lucrezio 9

Giacea l’inclito carme, a cui pietoso
Non bastevol conforto eran le cure
45D’Aldo solerte e di Marullo audace;
Sì che mutilo e guasto ivi, non senza
De le Muse disdegno e rossor nostro,
Trascinandoti a pena in su le incerte
Orme d’Avanzio e mal soffolto a’ fianchi
50Or da Crechio bizzarro, or da Lambino:
Perchè nè a pazïente animo esperto
Di rigid’opre e dïuturne veglie,
Nè a leggera ed estrosa alma di vate
Fidan le Muse agevolmente il fiore
55Di lor santa beltà; ma chi in bel modo
Con mente austera ad alti studj avvezza
Cor gentile e tenace indole aduna,
Quei per opra d’amor soltanto il coglie.
Quindi propizio al mercenario ingegno
60De l’arrogante Forbigerio un riso
Non concesser le dive; anzi, il tuo caro
Nome invocato, corser tutte a volo
Le germaniche terre, alto chiamando
Fra’ più colti e severi animi un qualche
65Vindice degno a l’inconsulta offesa.
Levossi allor da le vegliate carte
L’inclito capo di Lachmanno, acuta
Mente divinatrice, a cui non uno
Pur de’ minimi detti, onde a’ nepoti