A servigio de l’uomo abbian gli Dei 228Fabbricate le cose, assai mi sembra
Che sian dal vero in ogni man trascorsi.
Perchè, s’anco ignorassi io de le cose 231Le origini che sien, pur da le stesse
Leggi del cielo e d’altri fatti ed altri
D’affermare e provare animo avrei, 234Che per voler divino, ad util nostro
Non potè questo mondo esser creato
In modo alcun: tanto di vizj è pieno; 237Come più giù ti farò chiaro, o Memmio;
Or del moto diciam ciò che ne resta.]
Or questo è il loco di provar, mi penso, 240Che alcun corpo non può per propria forza
Portar sè stesso e trasferirsi in alto;
Nè in tal caso ti traggano in errore 243I corpi de le fiamme. Essi a l’in su
Si producono e prendono alimento,
E le nitide biade e qual sia pianta 246Crescon pure a l’in su, mentre ogni grave
Sempre per sua natura al basso tende;
Ma creder non si dee che, quando a’ tetti 249Balza il fuoco, ed i palchi alti e le travi
Lambisce con la sua celere fiamma,
Faccia questo da sè, senza una forza 252Che lo sospinga; parimente avviene
Quando del corpo nostro il sangue spiccia