Sono a render men lesto il lor cammino. 201Ma i primordj che in lor semplicità
Solidi sono, e allor che il vacuo inane
Trapassano non son da corpo alcuno 204Ritardati di fuori, e da lor parti
Drizzandosi ad un loco a quello vanno
Di propria forza, aver devono a punto 207Maggior mobilità, volar più celeri
De la luce del Sol, correr maggiore
Spazio di loco, che in un tempo eguale 210I fulgori del sole empiano il cielo:
[Giacchè nè per consiglio indugio alcuno Sofferir dènno i ritardati semi, 213Nè ciascuno scrutar singolarmente
Per veder come mai nascan le cose.
E alcuni pur, de la materia ignari, 216Almanaccando van, che la Natura,
Senza de’ Numi volontà, non possa
In tante umane e moderate guise 219Le stagioni mutar, crear le biade,
Nè l’altre cose, a cui volgersi incontro
I mortali suäde e li accompagna, 222Essa dia voluttà duce a la vita,
Perchè adescate possano le razze
Di Venere ne’ baci infuturarsi, 225Ed il genere uman non sia distrutto.
Quando fingon però, che tutte quante