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libro secondo 87

Sono a render men lesto il lor cammino.
201Ma i primordj che in lor semplicità
Solidi sono, e allor che il vacuo inane
Trapassano non son da corpo alcuno
204Ritardati di fuori, e da lor parti
Drizzandosi ad un loco a quello vanno
Di propria forza, aver devono a punto
207Maggior mobilità, volar più celeri
De la luce del Sol, correr maggiore
Spazio di loco, che in un tempo eguale
210I fulgori del sole empiano il cielo:
[Giacchè nè per consiglio indugio alcuno
Sofferir dènno i ritardati semi,
213Nè ciascuno scrutar singolarmente
Per veder come mai nascan le cose.
E alcuni pur, de la materia ignari,
216Almanaccando van, che la Natura,
Senza de’ Numi volontà, non possa
In tante umane e moderate guise
219Le stagioni mutar, crear le biade,
Nè l’altre cose, a cui volgersi incontro
I mortali suäde e li accompagna,
222Essa dia voluttà duce a la vita,
Perchè adescate possano le razze
Di Venere ne’ baci infuturarsi,
225Ed il genere uman non sia distrutto.
Quando fingon però, che tutte quante