Sono in picciolo gruppo e quasi prossimi 174Sono a le forze de’ principj, muovonsi
Da lor cieche percosse urtati e spinti;
Essi poi quelli un po’ più grandi istigano; 177E così da’ principj il moto ascende,
E a poco a poco si palesa a’ sensi,
Sì che muovonsi alfin quei corpi ancora 180Che nel raggio del Sol scerner possiamo,
Nè chiaro appar per quali impulsi il facciano.
Or qual mobilità sia data a’ corpi 183De la materia, in pochi detti, o Memmio,
Conoscer puoi. Tosto che l’alba sparge
Del suo novo crepuscolo la terra, 186E qua e là per la molle aere volando
Tanti augelli diversi empiono intorno
Di vocali armonie gl’impervj boschi, 189Tutti vediamo in manifesta guisa
Come il Sol nato allor tutte ad un punto
Soglia del lume suo vestir le cose; 192Ma quel calor, quella serena luce,
Che manda il Sol, non penetra per vano
Spazio, astretto com’è d’andar più tarda- 195mente e quasi le aeree onde sferzando;
Nè ad uno ad un, ma fra di lor complessi,
Conglobati i lucenti atomi vanno, 198Onde insieme tra lor sono respinti
E impediti di fuor, sì che costretti