Si distendesse, nè la terra allora,
Nè i mari, nè del cielo i radïosi 1305Templi, nè il mortal genere, nè i corpi
Invïolati degli Dei potrebbero
Durar solo una breve ora del tempo; 1308Però che i semi da lor gruppi espulsi
Pe ’l gran vano errerían tutti disciolti,
O più tosto già mai fra lor concreti 1311Nulla creato avrían, mai non possendo
Qua e là vibrati radunar sè stessi.
Chè certo nè con ordine o consiglio 1314S’allogarono i primi atomi, o vero
Con sagace pensier che moti e quanti
Dèsse ciascuno pattuîr fra loro; 1317Ma perchè tramutando in molte guise
E percossi da colpi innumerevoli
Si travaglian pe ’l Tutto eternamente, 1320Qualunque moto ed unïon provando,
In tali assetti alfin caddero, in cui
Questa somma di cose ora consiste, 1323E per cui da sì lunghi anni si serba,
Quando una volta in modi acconci spinta
Fa sì, che con le larghe onde torrenti 1326Sempre integrino i fiumi il mar vorace;
Che a’ calori del Sol la terra innovi
Riscaldata i suoi parti, e la soggetta 1329Stirpe degli animali indi fiorisca,