Pagina:La Natura.djvu/68

68 la natura

1194Dinanzi al tempo mio tempia mortale;
Prima, perchè di eccelse cose io canto,
E da’ nodi tenaci de la Fede
1197L’anime umane a scatenar m’ingegno;
Poi, perchè sopra un argomento oscuro
Così lucidi carmi alzo ed incido,
1200E di museo lepor tutti li aspergo.
Nè ciò senza ragion; ma come allora
Che ad infermo fanciullo il medicante
1203Porger si studia amari assenzj, asperge
Di dolce e biondo miel gli orli del vase,
Perchè adescato sia fino a le labbra
1206L’imprevidente fanciulletto, e intanto
Trangugi de l’assenzio il succo amaro,
Non perchè per tal via cada in inganno,
1209Ma più tosto perchè viva e risani;
Or io così, giacché la mia dottrina
A chi men la trattò più trista appare,
1212E da lei tortamente il volgo abborre,
Nel dolce eloquio del pïerio carme
A te porgerla volli e tutta quasi
1215Co ’l mel suave de le Muse aspersa,
Se mai dato mi fosse in questa guisa
Tener l’animo tuo sopra i miei versi,
1218Infin che tutta la Natura e il modo
Come s’organi e formi a pien comprenda.
     E poichè dimostrai, che i solidissimi
1221Corpi de la materia eternamente