1086Son quelle cose che d’ugual natura
Son fornite, anzi son tra loro identiche,
Ed han pari travaglio e morte uguale, 1089Nè cosa è mai che dal morir le campi.
Chè in un valido assalto e qual di loro
Durerà sì, che possa anche fra’ denti 1092De la morte sfuggir l’esizio estremo?
L’acqua, l’aëre, il foco? o qual mai d’esse?
Il sangue? l’ossa? l’òr? Nessuna, io penso; 1095Ove ognuna di loro a pieno e al pari
Tanto mortal saría quanto quell’altre
Che, d’altra forza oppresse, apertamente 1098Perir sotto a’ nostri occhi ognor vediamo.
Ma perchè nulla ricader nel nulla
Nè crescer può dal nulla alcuna cosa, 1101A ciò che innanzi dimostrai mi appello.
Se il cibo, inoltre, accresce e nutre i corpi,
Ben dir si può, che d’alïene parti [M.]1104Sono i nervi e le vene, il sangue e l’ossa;
E se diran, che qual si voglia cibo
Ha misto corpo e piccioli contiene 1107Corpi di nervi e d’ossa e vene e parti
Di sangue, è forza allor che d’alïene
Parti di nervi e d’ossa e vene e sangue, 1110Sodo o liquido sia, consti ogni cibo.
Se in terra, oltre ciò, son tutti que’ corpi
Che crescon da la terra, uopo è che consti