924Ivi l’ampia Cariddi, ivi mugghiante,
Raccor l’ire di fiamme Etna minaccia
Per vomitar da le dirotte gole 927Nova forza di foco, e fiammeggianti
Folgori saettar contr’esso il cielo.
Or questa gran region, che in tante guise 930Mirabile a l’uman genere appare,
Inclita sì che d’esser vista è degna,
Opima d’ogni ben, d’eroi munita, 933Pur di quest’uom giàmmai nè più famosa,
Nè santa più, nè più stupenda e cara
Cosa produsse. Glorïosi intorno 936Del suo petto divin suonano i carmi,
Che le scoverte sue nobili e chiare
N’espongono così, che credi a pena 939Che da stirpe mortale ei fosse uscito.
Pur questi e gli altri che notai di sopra
In molte parti a lui molto minori, 942Ben che in ottima guisa, anzi divina,
Molti veri esplorassero, ed a noi
Da l’adito del cor quasi responsi 945Dessero assai più santi e più veraci
Di quelli che la Pitia unqua profferse
Dal tripode di Febo e da l’alloro, 948Pure intorno a’ principj de le cose
Rovinâr gravemente, e grande al pari
De la grandezza lor fu la caduta.