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libro primo 55

843Temendo l’ardua via, lascian la vera;
Nè discernon, che tolto a’ corpi il vuoto,
S’addenserían tutte le cose, e un solo
846Corpo farian, che da sè nulla possa
Ratto emanar: così, ad esempio, il foco
Vibra lume e vapore, onde tu vedi,
849Che di parti stivate esso non consta.
Chè, se per sorte mai credan che i fuochi
Fra lor consocïati in varia guisa
852Possano raffreddarsi e mutar forma,
Se consenton che ciò possa d’alcuna
Parte avvenire, a punto allor nel nulla
855A pien cadrà tutto il calore, e tutte
Verran dal nulla le create cose:
Però che tutto che da’ suoi confini
858Esca mutato, essenza cangia e muore.
Necessario è però, che illesa resti
Qualche parte di lui, perchè cotanta
861Copia di cose non ti rieda al nulla,
O rinata dal nulla unqua verdeggi.
Or dunque, già che certa è l’esistenza
864D’alcuni corpi, che conservan sempre
La natura medesima, e di cui
Al partire, al venire ed al mutato
867Ordin, l’essenza sua muta ogni cosa,
E trasformansi i corpi, ei dir ne lice,
Che i semi de le cose ignei non sono.