843Temendo l’ardua via, lascian la vera;
Nè discernon, che tolto a’ corpi il vuoto,
S’addenserían tutte le cose, e un solo 846Corpo farian, che da sè nulla possa
Ratto emanar: così, ad esempio, il foco
Vibra lume e vapore, onde tu vedi, 849Che di parti stivate esso non consta.
Chè, se per sorte mai credan che i fuochi
Fra lor consocïati in varia guisa 852Possano raffreddarsi e mutar forma,
Se consenton che ciò possa d’alcuna
Parte avvenire, a punto allor nel nulla 855A pien cadrà tutto il calore, e tutte
Verran dal nulla le create cose:
Però che tutto che da’ suoi confini 858Esca mutato, essenza cangia e muore.
Necessario è però, che illesa resti
Qualche parte di lui, perchè cotanta 861Copia di cose non ti rieda al nulla,
O rinata dal nulla unqua verdeggi.
Or dunque, già che certa è l’esistenza 864D’alcuni corpi, che conservan sempre
La natura medesima, e di cui
Al partire, al venire ed al mutato 867Ordin, l’essenza sua muta ogni cosa,
E trasformansi i corpi, ei dir ne lice,
Che i semi de le cose ignei non sono.