627Passa il fulmine in ver per le pareti
Come voce e clamor; divien rovente
Nel foco il ferro; per calor gagliardo 630Spaccansi pur, fatti ferventi, i sassi;
Sciolto da gran calor liquido scorre
Il rigid’oro; da la fiamma vinto 633Anche del bronzo il duro ghiaccio struggesi;
Il caldo e il freddo penetral traversa
L’argento: giacché in man, secondo il rito, 636Tenendo il nappo, o questo o quel sentiamo,
Quand’alto in lui le dolci linfe infondansi;
Sembra però che tra le cose tutte 639Cosa alcuna non sia di corpo solido.
Ma perché la ragion vera m’incalza
E la sostanza de le cose, aspetta 642Fin che con pochi versi io ti dichiari,
Che quelli che insegniamo esser principj
E semi de le cose, onde la somma 645Creata de le cose ora si forma,
Quelli han solido il corpo e sono eterni.
Or, poichè si trovò che due nature 648Esistono di cose onninamente
Dissimili tra loro, il corpo e il vuoto,
Ove le cose han movimento, è forza 651Che a sè ciascuna e per sè stessa esista.
Imperocchè dove lo spazio vaca,
Ciò che vuoto appelliam, là non è corpo;