Pagina:La Natura.djvu/45


libro primo 45

     573E in ver, quant’altre mai sembrino cose,
O a’ corpi e al vuoto le vedrai congiunte,
O troverai che son di loro eventi.
576Congiunto è ciò che non si può dividere,
O segregar senza scissura e morte
In modo alcun: tal è il calor del foco,
579Del sasso il peso, il liquido de l’acqua.
Servitù, libertà, concordia, guerra,
Ricchezza, povertà, tutto che, in breve,
582O viene o va, lascia l’essenza illesa,
Usiam, qual si convien, chiamare evento.
Il tempo ancor non per sè stesso esiste;
585Ma da le cose stesse il senso apprende
Ciò che s’oprò ne le trascorse etadi,
Ciò ch’ora avvien, ciò ch’avverrà di poi,
588Già che n’è forza confessar, che il tempo
Separato dal moto e da la quiete
Non può mai per sè stesso esser sentito.
591Se ci dicon così, che fu rapita
Di Tindaro la figlia, e soggiogate
Furono in guerra le Trojane genti,
594Stare in guardia convien, che non ci astringano
A confessar che per sè stessi esistano
Codesti fatti, quando omai le stirpi
597Degli uomini, onde quei furono eventi,
Rapiti ha il corso, irrevocabil tempo.
Poichè di tutto ciò che allora avvenne