519Quatte quatte nascoste in fra’ cespugli
Le montivaghe fiere, a pena avvisano
Poche del lor sentiero orme sicure, 522Così potrai da te veder tu stesso
Dal poco il molto, e penetrar le cieche
Latebre tutte, e di là trarre il vero. 525Chè, se tu poltri e un po’ dal ver trascendi,
Ben questo, o Memmio, a te prometter posso:
Che, dove tutti dal mio ricco ingegno 528I larghi sorsi ad ampj fiumi attinti
La dolce lingua effondere volesse,
Temo, non la vecchiezza entro a le nostre 531Membra gelide torpida serpeggi,
E i chiostri de la vita in noi dissolva,
Pria che da’ versi miei sopra ogni cosa 534Gl’innumeri argomenti udir tu possa.
Ma perchè rïassuma ora e finisca
Di tesser co’ miei versi il tema impreso, 537Per sè dunque qual’è tutta in due cose
La Natura consiste: o corpi, o vuoto,
Dove i corpi son posti e han varj moti. 540Che vi son corpi, a noi per sè il dimostra
Il comun senso, in cui se la tua prima
Fede non poggi, non potrem di tante 543Segrete cose, che trattar dobbiamo,
Con la ragione confermar nessuna.
E, se luogo non fosse o spazio o vuoto,