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388 la natura

Abbia intricati ed in più stretta guisa
Raggruppati fra loro e coerenti
1356Che la sostanza del tenace ferro,
La cui freddezza raccapriccio incute.
Strano quindi non è, se i molti corpi,
1359Che insieme escon dal ferro, andar non possano
Nel vuoto, senza che l’anello intero
Tenga lor dietro, ov’è da lor condotto.
1362Li segue infatti in sin ch’a pieno e’ sia
Giunto a la pietra ed attaccato ad essa
Con legami invisibili. E ciò avviene
1365Per ogni verso: ove sia fatto un vuoto,
O vuoi di sopra, o di traverso, i corpi
Vicini son tosto nel vuoto attratti.
1368Poichè da esterïori urti son mossi,
Nè sorger da sè stessi a l’aure ponno.
S’aggiunga in oltre, onde vie meglio avvenga,
1371Che soccorso riceve anche tal fatto
Da moto esterno; perchè allor che raro
Più si fa l’aere de l’anello a fronte
1374E più lo spazio evacuato e vano,
Tosto avvien che qualunque aere sta dietro
Ratto da tergo innanzi il mova e cacci:
1377Chè l’aria batte ognor le cose intorno;
E incalza il ferro allor, però che vuoto
Da una parte è lo spazio, e in sè il riceve.
1380Quest’aria, onde ti parlo, insinuandosi