384Ruïnan con frequenti impeti, ed ora
Con tortuoso vortice il rapiscono,
Or lo rotano in turbo e ratto il portano. 387È dunque il vento un invisibil corpo,
Quando a’ fatti, a’ costumi emulo a’ grandi
Fiumi il troviam ch’ànno visibil corpo. 390Noi sentiamo oltre a ciò diversi odori,
Nè a le nari venir mai li vediamo.
Nè il cocente calor, nè il freddo intenso 393Usurpar con acuto occhio ci è dato,
Nè discerner le voci; e pur, se han forza
Di commoverne i sensi, uopo è che tutti 396Abbian natura corporal: chè nulla
Può toccarsi e toccar se non se un corpo.
S’inumidiscon pur le vesti appese 399A l’ondifrago lido; al sole esposte
Asciugansi; nè come in lor rimagna
L’umor de l’acqua noi veggiam, nè come 402Fugga al calore. In picciolette parti
L’umor dunque si sparge, e in guisa alcuna
Occhio non è che a discoprirle arrivi. 405Anche un anel si logora nel dito
Dopo molto girar d’anni e di soli;
Goccia assidua che cada il sasso incava; 408Solcando i campi, occultamente scema
L’adunco ferro de l’aratro; il duro
Selciato de le vie da’ piè del volgo