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libro sesto 375

Proprio in cima a la rocca, al tempio accanto
Di Pallade Tritonia alma, ove mai
1008Posan le penne le rauche cornacchie,
Non se d’offerte fumino gli altari:
Fuggono ognor così, non l’ire acerbe
1011Di Pallade, a cagion che sempre è desta,
Come de’ Graj cantarono i poeti,
Ma di quel loco la natura stessa,
1014Che con la propria forza è a lor nociva.
Anche in Siria si dice essere un loco,
Dove pure i quadrupedi non prima
1017Posero l’orme, che a procomber gravi
Sono da forza natural costretti,
Come s’ai Mani Dei fossero a punto
1020Colpiti a un tratto e in sacrificio offerti.
Or tutto ciò naturalmente avviene,
E de le sue cagioni è chiaro il fonte;
1023Nè la porta de l’Orco esser si creda
In tali regïon putide, e quinci
S’immagini, che sotterraneamente
1026Traggano i Mani Dei l’anime in riva
De l’Acheronte, qual talora, è voce,
Che traggano co ’l fiuto i cervi alipedi
1029Fuori da’ covi le striscianti razze.
Ma quanto al ver ciò sia contrario ascolta,
Or che del fatto istesso a dir m’ingegno.