Quanto minuta parte e quanto piccola
Sia frazïon de l’universo un cielo, 873Nè più che un uom sia de la terra intera.
Chè se ciò ben ti poni innanzi, e chiaro
Vedi e comprendi, lascerai ben tosto 876D’ammirar molte cose. E qual di noi
Si meraviglia, se taluno accoglie
Sòrta con grande ardor febbre negli arti, 879O d’altro morbo altro dolor nel corpo?
Gonfia di fatto a l’improvviso un piede,
Un acuto dolore i denti afferra 882Soventi volte ed anco gli occhi invade;
V’è il sacro fuoco, che serpeggia e striscia
Su per le membra e vi s’insinua e brucia 885Ogni parte del corpo a cui si appigli;
E perchè mai? Perchè dentr’esse a punto
Semi vi son di molte cose; e questa 888Terra a bastanza e questo ciel contiene
Principj di malore, onde la forza
D’immenso morbo propagar si possa. 891Pensar quindi si dee, che in questa guisa
Suppliscano a la terra e al cielo intero
Dal sen de l’infinito i corpi tutti, 894Numerosi così, che di repente
Possa squassata traballar la terra,
Percorrer l’uragan la terra e il mare, 897Straboccare l’Etneo foco, e di fiamme