Pagina:La Natura.djvu/363


libro sesto 361

Ad un’ora poggiar vedonsi a l’etra:
E che l’alte regioni apransi a’ venti,
630Il fatto stesso e il nostro senso il mostra,
Quando su le montagne ardue si ascende.
Che la natura in oltre anche a l’intero
633Corpo del mar parecchi atomi tolga,
Il provano le vesti al lido appese,
Che del vicino umor s’inzuppan tutte.
636Possibile però sembra, che molti
Corpi in tal guisa ad ingrossar le nubi
Sorgan dal salso fluttuante mare:
639Chè quegli umori han consanguinea legge.
Da tutti i fiumi in oltre e da la stessa
Terra esalar vediam nebbie e vapori,
642Che come aliti in su movon sospinti,
Spargono il cielo de la lor caligine,
E, come a poco a poco in un si accolgono,
645Van formando così l’aeree nuvole;
Urge di sopra ancor l’etra signifero
Co ’l suo calore, le condensa, e intesse
648Sotto gli azzurri come un vel di nembi.
Posson pure quei semi, onde le nubi
Formansi e i nembi fuggitivi, in cielo
651Da l’esterno venir: poichè infinita
Insegnai del profondo esser la somma
E il numero de’ semi innumerabile;
654E mostrai quanto sia ratto il lor volo,