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libro sesto 359

Giù mandata dal ciel calasi in mare
Sì come una colonna, a cui d’intorno
576Da veementi fiati alto commossi
Ribollono i marosi, e quante navi
Son colte allora a quel tumulto in mezzo
579Vengon vessate in un periglio estremo.
Questo avviene qualor la concitata
Furia del vento a rompere non vale
582D’una nuvola il sen, ma la deprime
Così che una colonna ella rassembri,
Che giù dal cielo in mar lenta si cali,
585Simile a cosa che da l’alto spinta
O da pugno o da forza altra di braccio
Sovra l’acque distendasi; ma quando
588La squarcia, impetuoso indi sul mare
Prorompe il vento e un gorgoglío produce
Mirabile ne’ flutti: il vorticoso
591Turbo discende e la flessibil nube
Giù con sè porta, e non sì tosto spinta
L’ha, gravida com’è, sul pian del mare,
594Tutto ne l’acque ei sè medesmo attuffa
Subitamente, e con fragore immenso
Eccita i flutti, ed a bollir li sforza.
597Avviene ancor, che un vortice di vento,
Radendo l’aere, via ne porti alcuni
Semi di nube, e ne le nubi ei stesso
600S’involva, e quasi un prèstere somigli