Camere infuria. Di minuti e celeri
Corpi Natura ti formò tal foco 306Sottil sopra d’ogni altro, e non v’è cosa
Che onninamente a lui resister vaglia.
Passa il fulmine infatti e sassi e bronzi, 309Rende liquido a un tratto il rame e l’oro,
Fa che da vasi interi il vin s’evàpori
Subito: perchè a punto il suo calore 312Con l’istantaneo arrivo a’ vasi intorno
Slega e dirada agevolmente i fianchi,
E, penetrando in essi, in un baleno 315I principj del vin solve e disperde:
Nè ciò, si vede, operar può in molt’anni [M.]Il calore del Sol, ben che ’l flagelli 318Co ’l coruscante suo fervido raggio;
Tanto in velocità, tanto in possanza
Su la forza del Sol questa precelle. 321Or come il fulmin si produca, e tanto
Impeto acquisti, che scoscender torri
Possa d’un colpo, rovinar palagi, 324Sverre assi e travi, demolir trofei [M.]E in cenere ridurli, uomini uccidere,
Qua e là greggi atterrare; e per qual forza 327Altre simili cose oprar mai possa,
Tutto esporrò, nè con promesse ancora
T’abbaderò. Stimar dobbiam, che il fulmine 330Da crasse nubi ammonticate in alto