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348 la natura

Che così ratto in giù volvesi a terra:
Chiuder devono in sè certo le nubi
279Molti semi di foco, onde, se alcuno
Non contengano umor, tutte d’un fulgido
Splendono per lo più color di fiamma;
282Tanto più che dal Sol molti è pur forza
Che ne accolgano in sè, tal che a ragione
Rosseggiar denno e sparger fochi intorno.
285Quando il vento però le caccia e aduna
E le ammucchia co’ suoi fiati in un punto,
Spargono allor quegli spremuti semi,
288Onde un fulgido vien color di fiamma.
Così pure balena, allor che rare
Le nugole del cielo anche si fanno:
291Poichè allor che con lieve ala le straccia
E le dissolve in lor vïaggio il vento,
Devon, malgrado lor, cader quei semi
294Che producono il lampo: indi corusca
Senza schianto e fracasso orrido alcuno.
     Quale il fulmin del resto abbia natura
297Mostrano i lochi dal suo colpo inusti
Ed i segni del suo foco e le tracce,
Ch’esalan graveolenti aure di zolfo:
300E questi son da ver segni di foco,
Non di vento, o di pioggia. In oltre ancora
I tetti de le case ei spesso alluma,
303E con celere fiamma entro a le stesse